A piedi nudi tra i rovi: l’alba del karate italiano
- STORIA
- 25 Marzo 2007
Il karate del maestro Funakoshi è un’arte marziale che si è aperta al mondo, uscendo coraggiosamente dai confini del Giappone per mostrarsi agli altri e, allo stesso tempo, per affermarsi come modello, filosofia, sistema di allenamento.
Di fronte alla cultura giapponese è necessario ricordare che esiste un impegnativo e mai definitivo lavoro di interpretazione e traduzione della lingua e dei concetti; non è mai solo opera linguistica, ma anche filosofica.
La meditazione non si può insegnare, si possono dare dei suggerimenti, delle linee guida, e l’Occidente ha sempre guardato questa pratica dell’Estremo Oriente con secolare strabismo.
“Il riso zen è il rifiuto di assolutizzare i concetti, soprattutto di assolutizzare se stessi, tanto da ridere delle proprie più profonde convinzioni”.
La lingua giapponese ha una scrittura di tipo pittografico e usa una combinazione di 3 set di caratteri. Nell’articolo vediamo quali sono.
1868 – L’era Meiji e il processo di riforma del Giappone: una “rivoluzione dall’alto”.
Breve profilo della politica del “Paese chiuso”, il Giappone, fra XVII e XX secolo.
Gli stili calligrafici dello shodo. Nel loro apprendimento anche le assonanze con il karate do.
Il termine Shōtōkan-ryū emerge per la prima volta nel programma del “44° Festival delle Virtù Marziali” che si tenne a Kyōto dal 4 al 6 maggio 1940.
L’evento che diede il via a tutta una serie di azioni che portano all’introduzione del Karate nel sistema scolastico di Okinawa e alla nascita dei kata Heian.