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Il karate e le arti marziali, oltre la tecnica – Parte 4

Grazie a Wonder M.arts sono stati aperti corsi di arti marziali in differenti territori europei e persone provenienti da nazioni diverse hanno potuto mettersi in gioco, confrontandosi, viaggiando e provando esperienze umane e marziali nuove.

Di Giuseppe Giardullo e Stefano Focaccio

Si è da poco concluso a Oradea, in Romania, il quarto incontro di “Wonder M.arts”, un progetto di rilevanza europea che ha visto coinvolte partecipanti da diversi paesi quali Italia, Romania, Slovenia, Grecia e Turchia. Cuore di questa attività è stata la promozione dell’empowerment femminile attraverso la pratica delle arti marziali, nello specifico Karate, Judo e Taekwondo.
Nella giornata di sabato 22 settembre si è svolto il primo incontro pratico di questa sessione. Le partecipanti, radunate presso il belvedere della splendida cittadina Rumena, hanno saggiato e riprodotto tecniche delle tre discipline marziali. Dopo il saluto iniziale e un breve riscaldamento, si è passati alla pratica del kihon ippon kumite e di diverse tecniche di difesa personale.
Sono state spiegate alcune applicazioni, di parate e contrattacchi, e dei lavori di difesa e uscita da strangolamenti e leve.

La promozione dell’empowerment femminile attraverso la pratica delle arti marziali.

Le decine di partecipanti tra karategi, judogi e dobok, hanno risposto in maniera entusiasta, forse complice anche il clima sereno e l’aria fresca, dimostrando un vivo interesse per ogni tecnica di Karate-do proposta.
Successivamente è stato il turno del Judo e del Taekwondo con lo studio di tecniche di proiezioni e calci in rotazione.
Nelle due ore messe a disposizione per questa sessione pratica è stato posto in risalto anche il focus sulla cooperazione tra le discipline e, soprattutto, la socializzazione tra tutti i presenti, non solo praticanti, ma anche tra lo staff tecnico.
Nella giornata del 23 settembre, attraverso un meeting che si è tenuto nella storica palestra Judo club liberty del campione mondiale di Judo, il M° Daniel Lascau, si è dato spazio all’analisi dei dati, raccolti grazie alla somministrazione di test a cadenza temporale inerenti ai cambiamenti psicologici, comportamentali e sociali delle partecipanti. Grazie a una prima indagine, sono stati ricostruiti i dati fondamentali del campione di persone preso in esame. 

Alle donne coinvolte è stato chiesto, tra le tante domande, se fossero mai state vittime di atteggiamenti sessisti, se avessero subito discriminazioni, aggressioni fisiche o verbali. Ne è uscito un campione variegato, ma allarmante, con una percentuale che oscilla tra il 36 e il 42 per cento di risposte affermative.
Sulla scorta di queste esperienze, in seguito alla pratica delle arti marziali proposte, tutte le partecipanti al progetto hanno riscontrato miglioramenti sotto il profilo psicofisico con particolare riferimento all’aumento della fiducia in se stesse e della sicurezza personale.
Estremamente significativa è stata la testimonianza di ben sei rifugiate ucraine, coinvolte grazie all’associazione sportiva slovena Judo klub Golovec, che hanno restituito i feedback maggiormente positivi, dichiarando di aver conseguito grandi benefici, sotto tutti i profili, dai corsi proposti nel progetto.

È stato posto in risalto anche il focus sulla cooperazione tra le discipline.

Grazie a Wonder M.arts sono stati aperti corsi di arti marziali in differenti territori europei e persone provenienti da nazioni diverse hanno potuto mettersi in gioco, confrontandosi tra loro, viaggiando e provando esperienze umane e marziali nuove, il tutto in un’ottica di amicizia e spirito collaborativo. Le arti marziali e in particolare il Karate-do si confermano strumento di crescita personale, psicologica e umana.
Con l’ultima tappa a Mardin, in Turchia, verranno analizzati ulteriori dati e tracciati i risultati definitivi, quello che però è già chiaro a tutti è che l’impatto di queste attività e in particolare la pratica del Karate-do, ha avuto un grande risvolto positivo sulla vita di tutte le persone coinvolte e senza retorica o drammatizzazione eccessiva, per più di qualcuno o qualcuna, è stato un primo passo verso l’acquisizione di una maggiore e migliore conoscenza di sé e delle proprie potenzialità.

Gli incontri precedenti:
Parte 1
Parte 2
Parte 3

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