Al campionato WSKA l’adrenalina di salire sui quei tatami, mai come quest’anno tanto attesi, sembra non sentire il passare del tempo.
La maestosa (non a caso) M&S Bank Arena, nel cuore di Liverpool, ha ospitato il primo campionato del mondo WSKA – World Shotokan Karate Association dell’era post-Covid e, seppur foderata di nero in segno di lutto per la recente morte della Regina Elisabetta II, ha accolto un numero di atleti e nazioni talmente alto (376 atleti per 24 nazioni) da dare l’impressione che le competizioni e l’entusiasmo per lo sport non abbiano mai subito, negli ultimi due anni, alcuna battuta di arresto forzata.
Nonostante il programma di sabato mattina sia stato volutamente posticipato di un’ora, in osservanza del lutto nazionale, il susseguirsi delle categorie è stato puntuale e ordinato per l’intera durata del campionato: un elemento di vanto assolutamente non scontato, ma che da sempre contraddistingue i circuiti ESKA – European Shotokan Karate Association e WSKA.
Anche il cerimoniale previsto per la sfilata di apertura di sabato, così come la cerimonia di chiusura e il passaggio di consegne al Portogallo, che ospiterà i prossimi Mondiali, sono stati solenni e suggestivi.
Il passaggio di consegne al Portogallo che ospiterà i prossimi Mondiali.
Sia sabato, sia domenica, attraversando l’area warm-up si potevano chiaramente sentire sotto ai piedi le vibrazioni prodotte dai kiai e camminare nel parterre, tra gli sguardi concentrati degli atleti e il fruscio delle bandierine degli ufficiali di gara, è stato come fare un bagno di energia in una dimensione tanto reale quanto piena di sogni ed emozioni indescrivibili.
L’adrenalina di salire sui quei tatami, mai come quest’anno tanto attesi, sembra non sentire il passare del tempo: ogni volta è una nuova e unica esperienza, ma l’emozione è sempre incontenibile per chi su quei tatami dà sempre tutto il suo cuore, comunque vada.
Sul podio del medagliere per squadre si sono classificate al primo posto l’Inghilterra (con 15 medaglie distribuite su 53 atleti in gara), seguita da Portogallo (57 atleti) e poi dalla Repubblica Ceca (73 atleti).
L’Italia (18 atleti) è ottava, dopo altri colossi quali Stati Uniti e Germania, con un medagliere che comunque rende onore alla nostra scuola e ai due coach, i maestri Pasquale Acri (kata) e Silvio Campari (kumite), che per mesi hanno preparato, guidato e sostenuto i loro atleti con competenza, costanza e dedizione.
1 medaglia d’oro (Giulia Gabrieli, perfetta nel Kata individuale Seniores fem.); 2 argenti (Kata a squadre Seniores fem.: Gabrieli, Casini, Re e mas.: Federico, Rocchetti, Bindi); 2 bronzi (Alessandro Bindi, Kata individuale Juniores mas. e Francesco Federico, Kata individuale Seniores Mas.).
Il kumite ha sfiorato il podio nelle categorie seniores sia maschile, con Simone Romani e Stefano Zanovello, sia femminile, con Giulia Pisano, i quali hanno chiuso la loro gara al quinto posto. Quinto posto anche per la squadra di kumite femminile (Bocci, Pisano, Dal Lago). Ma l’intero team di kumite, dai senior veterani agli junior (qui alla loro prima esperienza internazionale) ha dimostrato preparazione, ma anche sintonia, compattezza e spirito di appartenenza alla squadra: una forza che va ben oltre i risultati agonistici.
È stato evidente che le due scuole di spicco al momento siano l’italia e il Portogallo
Il M° Pasquale Acri ha così commentato: «I risultati sono stati ottimi e devo dire idonei, abbiamo ottenuto esattamente quanto ci meritavamo. Siamo partiti un po’ svantaggiati in quanto, durante la preparazione pre-mondiali, ci sono stati degli infortuni, ma la nota positiva è che abbiamo sostituito il posto di Nicola Bianchi con il giovane Alessandro Bindi che si è dimostrato all’altezza della situazione. Il nostro obiettivo è sempre lo stesso: arrivare fra i primi quattro, poi da lì si fa di tutto il possibile, si dà il massimo, per salire sul podio.
È stato evidente che le due scuole di spicco al momento siano l’italia e il Portogallo, quest’ultimo improntato sul karate più sportivo.
Ora la squadra continuerà ad allenarsi in preparazione dell’ESKA che si terrà dal 2 al 4 dicembre 2022 a Winterthur, in Svizzera».
Il M° Silvio Campari aggiunge: «Per prima cosa devo ringraziare i miei ragazzi, perché hanno affrontato un campionato duro e difficile. Chi conosce il campionato WSKA sa bene quanto sia arduo competere nella specialità del kumite. La nuova squadra junior maschile ha debuttato proprio in questa competizione impegnativa ed era la prima volta che i ragazzi affontavano un’esperienza internazionale, per cui a loro faccio ulteriori complimenti per avere fatto fronte in modo tenace agli incontri e, soprattutto, perché nessuno si è risparmiato. Certo, abbiamo pagato un po’ l’inesperienza sia per il tipo di gara, di alto livello, sia per l’aspetto emozionale e, comunque, mi fa molto piacere che anche con loro abbiamo sfiorato la medaglia. Per quanto riguarda i senior, maschili e femminili, ci è mancata un po’ di fortuna ai sorteggi, ma questo fa parte della gara, in quanto sia Zanovello, sia Romani, pur mostrando determinazione, hanno incontrato il campione e il vice campione del mondo… Anche Giulia Pisano ha perso per decisione arbitrale per accedere ai quarti, per cui io mi ritengo soddisfatto. Penso che ora la cosa migliore sia di rimettere tutto in “pista”, analizzare il fatto che non siamo andati a medaglia, ma allo stesso tempo questo ci deve dare la carica per fare un grande campionato europeo che è alle porte. Infatti, iniziamo subito con un raduno dove i ragazzi saranno nuovamente pronti per affrontare le squadre più forti: Inghilterra, Repubblica Ceca ecc. Quindi, testa bassa e duro lavoro per il prossimo appuntamento!
Per quanto riguarda il campionato in generale, mi ha colpito molto la Nazionale portoghese per il buon livello tecnico, ma anche per il numero elevato di atleti che ha presentato, circa 50, coprendo così tutte le categorie, sia di kata, sia di kumite».
Chi conosce il campionato WSKA sa bene quanto sia arduo competere nella specialità del kumite.
Alcune impressioni anche dal punto di vista degli arbitri ce le lascia il M° Carlo Rocco, impegnato durante il campionato insieme ai Maestri Marco Cialli e Roberto Mazzarda: «Per quanto riguarda l’arbitraggio internazionale non ci sono state variazioni o novità, a differenza del regolamento FIKTA che, con l’ultimo aggiornamento arbitrale, tenderà ad avvicinarsi sempre più al regolamento ESKA. Nel breefing iniziale, per kata e kumite, a livello mondiale si sono quindi ribadite le cose che già sappiamo ed è stato più che altro un “ripasso” dopo la pausa dovuta alla pandemia da Covid. La cosa positiva è che c’è sempre molta chiarezza: nella sede opportuna si discute, ma poi quando si è chiarito tutto tra i membri della commissione arbitrale internazionale, si applica di comune accordo quanto stabilito. Mentre in Italia siamo un po’ meno abituati ad accettare subito le indicazioni che ci vengono date. L’unica cosa ancora da assimilare bene è la differenza tra poor execution ed errore, per esempio: se in un kata c’é un passaggio poco chiaro o una tecnica è eseguita con una dinamica, o una transizione, “strana”, non è calcolato errore, ma appunto poor execution. Questo, però, spesso incide molto sul punteggio finale. In ordine a questo, un’altra cosa è che non esiste più è la squalifica, ma, a mio parere, su alcune cose bisogna essere più precisi e unificare maggiormente l’esecuzione dei kata».