La collaborazione della ASD Masatoshi Nakayama, con una serie di incontri, a un progetto di autodifesa riservato alle donne.
A cura della Masatoshi Nakayama
Nel mese di marzo 2022, in occasione della Giornata Internazionale dei diritti delle Donne, l’ASD Masatoshi Nakayama, in collaborazione con l’Associazione NONDASOLA Onlus, ha avviato una serie di incontri di autodifesa riservati a sole donne che hanno visto come protagoniste 36 partecipanti della città di Reggio Emilia e provincia.
Il progetto è stato condotto dal Maestro Loris Guidetti, cintura nera 7° Dan, e dai suoi collaboratori: la Maestra Loretta Gabrielli, cintura nera 6° Dan, e l’atleta della Nazionale FIKTA ISI Giovanni Guidetti, cintura nera 4° Dan, esperti e praticanti di Karate.
Gli incontri sono stati sostenuti da una raccolta fondi, così da permettere a tutte le partecipanti di fruirne liberamente.
La lotta contro la violenza di genere riguarda tutti noi.
La collaborazione con l’Associazione NONDASOLA-Onlus, che da anni si occupa di casi di violenza, sottolinea la necessità di comprendere che la lotta contro la violenza di genere riguarda tutti noi.
Tema cardine del percorso di autodifesa è lo sviluppo e la trasformazione della percezione del proprio corpo per vederne le potenzialità, così da poterle utilizzare ogni qualvolta se ne presenti la necessità.
Quando si parla di autodifesa dobbiamo immediatamente pensare a una situazione di pericolo e di come affrontarlo e risolverlo.
Nella vita di tutti i giorni succede a ognuno di noi di provare paura, la paura è uno stato d’animo che ci attanaglia, spesso sopraggiunge all’improvviso e ci sorprende, trovandoci impreparati a sostenerne il confronto, perché in quel momento non siamo adeguatamente allenati per combatterla.
I suoi sviluppi diretti sono “stress, ansia, depressione…”, stati che ci privano di benessere personale e ci impediscono di compiere le attività quotidiane, anche le più basilari. Questa incapacità di riconoscere i meccanismi interiori della paura ci mette in una posizione di vulnerabilità tale che può anche portare il nostro organismo in uno stato di malattia.
L’autodifesa, come insieme di pratiche di allenamento e cura per il benessere fisico e psicologico, è parte integrante della nostra vita che va utilizzata ogni qualvolta ci sentiamo in pericolo e non solamente se subiamo violenza fisica o psicologica. Pensiamo, ad esempio, a quale sarà lo stato d’animo di una persona che è aracnofobica: alla vista di un ragno la sua paura sarà irrazionale e di conseguenza anche la sua reazione. Tuttavia, il pensiero comune porta a ritenere che basterebbe un’azione molto semplice per risolvere all’istante il problema: basterebbe colpire con una mano o con un oggetto il povero animaletto e il problema sarebbe risolto, ma in realtà non sarà così, perché una paura, una fobia o una difficoltà, per essere risolte hanno bisogno di strumenti adeguati che ne permettano il superamento.
La prima cosa fondamentale nell’autodifesa è quella di risvegliare la capacità di reagire. Spesso veniamo sopraffatti da una condizione di pericolo imminente, perché non siamo “allenati” a utilizzare la capacità di reazione.
L’autodifesa è lo strumento che serve, prima di tutto, ad affrontare tutte queste situazioni preservando la nostra integrità fisica e psicologica.
Più sviluppiamo l’allenamento alla reazione corretta, maggiormente il nostro organismo e il suo sistema immunitario ne usciranno rafforzati.
Percepire e riconoscere la paura non è semplice, soprattutto se si è sprovvisti degli strumenti adeguati.
Sviluppare delle strategie per riconoscere la presenza e la natura del pericolo e affrontarlo per neutralizzare i danni, è compito primario dell’autodifesa.
La paura è uno stato d’animo che ci attanaglia.
In questi incontri, l’allenamento all’autodifesa si è basato su pratiche tecniche, ma è stato spiegato dai docenti che non vanno utilizzate solamente come gesti, ma sono gesti consolidati e studiati per anni e data la loro basicità, permettono al praticante di assimilarne il movimento così da poterli eseguire con tutta la propria energia.
Nell’arte marziale giapponese è definito “Shingitai” o “Shinkitai”, ed è l’insieme di “Shin” spirito – “Ki” energia vitale – “Tai” corpo, solo in questo modo fare un’azione o una qualsiasi cosa ci può aiutare ad accettare il risultato che ne conseguirà, purché si sia in coscienza certe di aver utilizzato tutta la nostra energia e tutta la volontà per raggiungere il risultato.
Se si agirà così in ogni azione quotidiana, sarà meno difficile accettare le sconfitte e si riuscirà a migliorare perché noi siamo energia pura, basta essere costanti con questi 3 fattori.