In questo kata è evidente come diverse tecniche siano diventate più sofisticate, in sintonia con lo sviluppo tecnico del praticante.
di Fiore Tartaglia
L’Heian godan conclude la serie dei Kata di base Heian. In questo kata è evidente come diverse tecniche siano diventate più sofisticate, in sintonia con lo sviluppo tecnico del praticante. Succesivamente, molti elementi dei cinque Heian verranno ripresi dal Kanku dai (che rappresenta fortemente la scuola Shotokan). Segni che la serie degli Heian è una scuola indispensabile anche per i karateka avanzati e, quindi, non vanno trascurati neanche dopo anni di pratica.
Heian godan inizia con una “finezza”: parata e attacco in kôkutsu dachi (n. 1+2 e 4+5). La difficoltà consiste nell’eseguire entrambe le tecniche con l’impiego di tutto il corpo e, mentre si ruotano le anche per eseguire il Gyaku zuki, mantenere la posizione stabile e corretta.
A tali tecniche segue un Mizu nagare*, che può essere interpretato anche come un ulteriore contrattacco di pugno (n. 3 e 6).
(Mizu nagare: acqua fluente. Principio secondo il quale determinate tecniche possono venire meglio comprese, come il Kagi zuki. La postura del braccio deve essere tale che una goccia d’acqua scorra a velocità costante dalla spalla alla mano.)
Afferrare e tirare
Nella tecnica n. 10 bisogna fare attenzione che lo Tsukami yose finisca con il gomito destro a contatto con il corpo e non oltre.
Questo permette ancora un movimento di richiamo nella tecnica successiva.
Il salto
In questo Kata viene eseguito per la prima volta un salto, con il quale si evita un attacco che l’avversario porta con un bastone. È importante qui portare le gambe molto in alto e saltare sufficientemente per evitare l’attacco immaginario. Inoltre, dopo il salto bisogna tornare a terra stabilmente per poter effettuare un contrattacco veloce ed efficace.
Il cambio tra le tecniche n. 22 e 23 può essere eseguito in modo diverso da quello mostrato qui: dopo la posizione Manji-uke in Heisoku dachi, si gira di 180° sul posto e si esegue la posizione e la tecnica a specchio prima di avanzare, nella combinazione successiva, in Gedan nukite – Te nagashi uke.
Controllo del corpo
Le applicazioni delle tecniche no. 3 e 6 richiedono un buon controllo del corpo, perché si rinuncia a una posizione abituale bassa e stabile per continuare l’azione da una postura alta.
Per esercitare questa tecnica in modo efficace è necessario che il compagno non sostenga il difensore lasciandosi proiettare volontariamente. Soltanto senza tale aiuto il difensore può verificare se ha sviluppato abbastanza stabilità.
Schivare e parare
Quando ci si difende dai calci, che di solito sono molto forti, è consigliabile schivare l’attacco oltre a effettuare una parata.
Nell’applicazione n. 7 è mostrata una combinazione che non viene praticata spesso, ma è molto veloce. Il contrattacco avviene con lo stesso braccio che ha effettuato la parata.
Reazione flessibile
Il contrattacco n. 19 richiede una reazione flessibile. A seconda di come l’avversario tiene il bastone all’atterraggio, si deve decidere rapidamente se si contrattacca Chūdan o Gedan.
Manji uke
Nell’Heian godan viene proposta per la prima volta la difesa tipica dei Kata Shōtōkan, il Manji uke, che permette numerose interpretazioni poi ripresentate nei Kata successivi. Qui vengono suggerite due possibilità: una variante simultanea (n. 22) e una variante separata (n. 23-24).
La diversità dell’Heian godan lo rende un Kata molto interessante, soprattutto nel tema del Bunkai.
Uno studio intenso e la ricerca di soluzioni proprie rappresentano una sfida per ogni karateka.
Durata: circa 50 secondi
Il video: