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Heian, kata per bambini?

New Itosu

L’evento che diede il via a tutta una serie di azioni che portano all’introduzione del Karate nel sistema scolastico di Okinawa e alla nascita dei kata Heian.

Quando avevo diciasette anni e frequentavo le scuole superiori, ricordo che ero già cintura blu (2° kyu) di Karate. Passando dal biennio al triennio, il caso volle che un mio nuovo compagno di classe frequentasse il mio stesso corso di Karate, ogni momento libero era perfetto per ripassare le tecniche e i kata allenati le sere precedenti in palestra. Le assemblee di classe non facevano eccezione, anzi, erano un’ottima occasione per praticare in blue jeans e fare vedere qualche “mossa” agli altri ragazzi.
Quest’anno è il 120° anniversario di un incontro di classe che segnò per sempre la storia della nostra amata arte marziale. Fu l’evento scatenante che diede il via a tutta una serie di azioni che portano all’introduzione del Karate nel sistema scolastico di Okinawa e alla nascita dei kata Heian. Ed è proprio di questi kata che vorrei parlarvi.

Itosu scelse di celare le corrette applicazioni di molte tecniche contenute nei kata.

Chi li ha codificati?
Gichin Funakoshi in 空手道入門 / Karate-Dō Nyūmon (1943):
“Il maestro Itosu, al quale debbo la mia gratitudine per avermi insegnato Heian, Tekki e altri kata, era il segretario personale del re”.
Altre fonti confermano la stessa paternità, ad esempio Motobu Chōki in 私の唐手術 / Watashi no Karate Jutsu (1932):
“I kata Pinan furono creati dal 武人 / bujin Itosu, per poter essere utilizzati come materiale didattico per i suoi studenti”.
Mi permetto una piccola nota sulla parola bujin. Bujin, che in giapponese significa generalmente “guerriero“ o “soldato“, può assumere un significato particolare nel contesto culturale di Okinawa, soprattutto in relazione alle arti marziali come il Karate.
A Okinawa il termine bujin non si riferisce solo a qualcuno abile nel combattimento, ma spesso indica una persona che incarna i valori tradizionali dell’arte marziale, come la disciplina, il rispetto e la responsabilità sociale. Il concetto va oltre la mera abilità fisica: un bujin a Okinawa è (era) visto come un individuo che ha sviluppato una profonda comprensione sia della tecnica, sia della filosofia marziale, mettendo enfasi sull’etica e sulla difesa della comunità.

Quando e perché furono introdotti?
Primavera 1904, Scuola Media della Prefettura di Okinawa. Un diciasettenne di nome Matsuda Seiei si esibisce in una dimostrazione di Karate durante un incontro di classe, attirando l’attenzione del preside dell’istituto (Ōkubo Shūhachi).
“Tutti hanno celebrato Matsuda con un ‘Banzai’ e molti applausi, ma la persona più interessata è stata il preside della scuola Ōkubo. Ōkubo, che sapeva trattarsi di un’arte marziale adatta a temprare mente e corpo, era deliziato come doveva essere stato Cristoforo Colombo quando scoprì l’America. Il giorno successivo parlò immediatamente con Hanashiro Chōmo, all’epoca un insegnante di educazione fisica [taisō], che parlò con l’esperto di karate Itosu” (1904).
Il testo, di Nakayoshi Ryōkō, è tratto da “The Founder of Karate Gymnastics – The Pride of the First Middle School / Reminiscences of our Classmate Matsuda who Created that Stimulus“, articolo presente in Yōshū, No. 35, 1934, (giornalino di istituto).

Fu così che il Karate provò a entrare nel sistema scolastico di Okinawa, al tempo già prefettura giapponese (da notare che Judō e Kendō entreranno a far parte ufficialmente del Budō solo diversi anni dopo, nel 1911 per la precisione).
Vorrei soffermarmi sulle foto di copertina, entrambe scattate nell’istituto che fu teatro del racconto appena riportato. In quella in bianco e nero, scattata tra il 1920 e 1930, si vede l’esterno della scuola media prefettizia (la didascalia riporta 沖繩縣立第一中學校全景及本莊校長, ossia “Vista completa della Prima Scuola Media prefettizzia di Okinawa e del preside Honjō”).
La seconda foto merita un’analisi più approfondita.
Innanzitutto è stata presentata pubblicamente il 12 settembre 2019, in una sala dell’Okinawa Karate Kaikan沖縄空手会館. Le varie didascalie riportano che è stata scattata nel marzo 1905, in occasione di una cerimonia di diploma nella scuola media prefettizzia. L’importanza dalla foto risiede nelle persone che vi compaiono, poiché sono presenti coloro che, di lì a poco, codificheranno i kata Heian e plasmeranno un primo metodo didattico per l’introduzione del Karate nel sistema scolastico di Okinawa.
Nel dettaglio si vedono:

  • Itosu Ankō (seconda fila, primo da destra; barba bianca).
  • Hanashiro Chōmo (seconda fila, sesto da sinistra), già insegnante di ginnastica nella scuola, allievo anziano di Itosu.
  • Ōkubo Shūhachi (prima fila, settimo da destra), al tempo il preside della scuola.
  • Miyake Sango (seconda fila, secondo da sinistra; baffi bianchi), identificato erroneamente come Itosu nel 2006. Giapponese di nascita, si trasferì a Okinawa dove prestò servizio come insegnante di 擊剣/Gekiken (il predecessore del Kendō) presso l’Istituto per Insegnanti e la Scuola Media Prefettizia.

Funakoshi era un insegnante di professione, la sua sequenza d’insegnamento segue un approccio pedagogico.

Per diffondere il Karate all’interno del sistema scolastico era di vitale importanza formare anche i futuri insegnanti di professione, cosicché negli anni successivi Itosu e i suoi studenti più anziani (Hanashiro Chōmo e Yabu Kentsū) iniziarono a introdurre l’insegnamento di un Karate semplificato anche all’interno della Scuola per Insegnanti (師範学校 / Shihan Gakkō; in termini moderni diremmo “scuole magistrali”). Questo farà sì che i futuri insegnanti, a loro volta, trasmetteranno un Karate semplificato alla generazione di studenti successiva… e via dicendo.
Perchè ho scritto Karate semplificato? Perchè dal punto di vista pratico, al fine d’inserire l’insegnamento del Karate nella scuola pubblica, Itosu si dovette scontrare con diversi problemi:

  • trovare un metodo d’insegnamento che fosse adatto a classi numerose (e non a pochi allievi privati come era sempre stato fino ad allora);
  • trovare un metodo per semplificare i kata classici (koryu-gata);
  • bandire dall’insegnamento le tecniche ritenute troppo pericolose.

Al primo problema, furono i suo allievi anziani Hanashiro Chōmo e Yabu Kentsū a fornire la risposta, trasportando i metodi tipici della formazione militare nella nuova didattica d’insegnamento. Col termine “metodi militari” s’intende ad esempio l’allinearsi lungo una o più file, rispondere in base a una numerazione prestabilita e, in generale, prestare attenzione a una singola figura che, impartendo un comando ad alta voce, ordina il da farsi a un intero gruppo di persone. Per semplificare e rendere scorrevole l’insegnamento, s’iniziarono a coniare i nomi (spesso volutamente fuorvianti) delle tecniche.
Per quanto riguarda la struttura esterna dei kata, al fine di semplificare l’apprendimento, Itosu rielaborò alcune forme classiche, dividendo in più sezioni quelle ritenute troppo lunghe.
Dal punto di vista dei contenuti applicativi, invece, modificò o eliminò tutte le tecniche ritenute troppo pericolose, in particolar modo le tecniche a mano aperta. Itosu scelse di celare le corrette applicazioni di molte tecniche contenute nei kata.

Ma vi era un altro problema da risolvere. Il Karate, fino ad allora, era sempre stato insegnato privatamente, iniziando gli studenti con la pratica ripetitiva dei kata fondamentali (基本型 / kihon-gata) utili a costruire le corrette dinamiche corporee per l’uso marziale: Sanchin o Naihanchi, a seconda del lignaggio. Tale pratica poteva durare molti mesi, a volte anche anni. Questo modo di procedere sarebbe stato del tutto inapplicabile al fine di diffondere (e fare accettare) il Karate nelle sistema scolastico.
In particolare, allo scopo di proporre un sistema più strutturato e più affine al ciclo scolastico, Itosu sentì l’esigenza di avere un set di 4/5 kata (uno all’anno) non troppo complessi, ma che mantenessero il legame con la pragmaticità del Karate. Per mettere a punto tutti i dettagli, Itosu si fece aiutare dal suo allievo anziano Hanashiro Chōmo: i due finirono il lavoro di codifca dei kata Heian tra il 1907 e 1908 (negli anni di transizione, tra il 1904 e 1907, si utlizzarono altri kata nell’insegnamento, tipicamente Naihanchi e per un breve periodo Kusanku).

I primi riferimenti scritti
Il primo riferimento scritto che cita i kata Heian è un articolo del 1913 apparso sul Ryūkyū Shimpō (quotidiano di Okinawa), scritto da Gichin Funakoshi. Il maestro cita diversi kata all’interno di un paragrafo intitolato 唐手の種類 / Karate no shurui, ossia “Tipi di Karate”.
“Ci sono più di cento tipi [di Karate] diversi appartenenti alle due categorie [流儀 / ryūgi, stili] di cui sopra [si riferisce a 昭林 / Shōrin e 昭靈 / Shōrei], ma i te/ più popolari a Okinawa al momento sono: Sanchin [サンチン], Sēsan [セーサン], Naihanchi [ナイハンチ], Pin’an [ピンアン], Passai [パッサイ], Kūsankū [クーサンクー], Gojūshiho [五十四歩], Chintō [チントー], Chintē [チンテー], Jīn [ジーン], Jitte [ジッテ], Wansū [ワンスー], Wandō [ワンドー], Petchūrin [ペッチューリン].“[Gichin Funakoshi in 唐手は武芸の骨髄なり/Karate wa bugei no kotsuzuinari, ossia Il Karate è la vera essenza delle arti marziali, Ryūkyū Shinpō, 9 gennaio 1913].

I cinque kata Heian dei piccoli gioielli, ricchissimi di applicazioni.

Notiamo che i kata Heian sono trascritti usando il katakana ピンアン / Pin’an, ossia fornendo le sole sillabe fonetiche. Successivamente il maestro Funakoshi introduce i kata Heian nel suo libro 琉球拳法唐手 / Ryūkyū Kenpō: Karate del 1922:
“Innanzitutto come pratica di base con la quale iniziare, presenterò il primo livello di Pin’an [ピンアンの初段 / Pin’an no Shodan] dello style Shōrin [昭林流 / Shōrin-ryū] e il primo livello di Naihanchi [ナイハンチの初段 / Naihanchi no Shodan] dello stile Shōrei [昭靈流 / Shōrei-ryū]; tuttavia, per facilitare la comprensione di chiunque, ho usato delle illustrazioni per mostrare tutte le transizioni dei movimenti.“
Nel libro in oggetto tutti i nomi dei kata, tranne Kūshankū, sono riportati usando l’alfabeto sillabico katakana. Per quanto riguarda il kata Pin’an Shodan (ossia Heian Nidan), la descrizione inizia col suo nome espresso in kanji 平安, pur fornendone il furigana (ossia la lettura fonetica) ピンアン / Pin’an. È la prima volta in assoluto che il maestro Funakoshi si riferisce a questi kata usando gli ideogrammi. Siamo quindi sicuramente in un momento di passaggio: sebbene il nome moderno 平安 con la relativa kun-yomi Heian comparirà negli scritti di Funakoshi solo a partire dal suo libro del 1935 (Karate-Dō Kyōhan), abbiamo la prova che già nel 1922 (cioè circa 15/16 anni dopo essere stati codificati e proposti nel sistema scolastico di Okinawa) ci fosse l’idea di usare una dicitura più moderna, e sicuramente più accettabile dai giapponesi, per questi kata.

Cosa significa heian (平安)?
L’ideogramma 平 / hei / hira rappresenta un corso d’acqua che sfocia in uno stagno, da cui l’idea di “piatto” e “calmo”. Questo ideogramma è lo stesso usato per 平拳 / hiraken (pugno piatto). L’ideogramma 安 / an / yasu rappresenta una donna (女) protetta al di sotto di un tetto (宀), da cui il significato di “al sicuro”, “tranquillo”.
Possiamo tradurre 平安 con “pace e tranquillità” o con “stare/mantenersi al sicuro“. NB: i due ideogrammi 平安 ammettono come lettura cinese (Pinyin) PÍNGĀN (da cui deriva probabilmente l’adattamento Pin’an / ピンアン in katakana).“Ci sono cinque forme Heian contenenti una gran varietà di tecniche e quasi tutte le posizioni di base. Avendo perfezionato queste cinque forme, una persona può essere sicura di difendersi con competenza nella maggior parte delle situazioni. Il significato del nome deve essere inteso in questo senso” [G. Funakoshi, Karate-Dō Kyōhan, (1935)].
Sappiamo inoltre che il maestro Funakoshi ha invertito l’ordine di insegnamento dei primi due Pinan/Heian, rispetto alla sequenza originariamente prevista da Itosu: “Ho apportato questa modifica in base alla relativa difficoltà del kata e alla sequenza di insegnamento” [ibidem].

Quindi, sono kata per bambini?
Funakoshi era un insegnante di professione, la sua sequenza d’insegnamento segue un approccio pedagogico: viene insegnato prima il kata che presenta minori difficoltà motorie (Heian Shodan, basti pensare ad esempio che non vi sono calci), poi quello dai movimenti più complicati (Heian Nidan). A mio modo di vedere, Itosu codificò invece una progressione didattica basata sulla “praticità” del kata: viene insegnato prima il kata dalle applicazioni pratiche più semplici (Heian Nidan), poi quello con le applicazioni più complesse (Heian Shodan).
La mia opinione: quando studiamo e pratichiamo Heian Shodan, rispetto al suo successore Heian Nidan, stiamo eseguendo in realtà il kata più ricco e più complesso tra i due in fatto di applicazioni (o meglio, di principi applicativi). Alcuni segnali rivelatori: le sequenze di tecniche ripetute tre volte. In particolare la sequenza dei tre chūdan oi-zuki (jōdan nella versione Pinan) non compare in nessun altro kata classico (escludendo perciò i moderni Taikyoku) di area Shōtō (e nemmeno di altri lignaggi, per quanto ne sappia; unica eccezione che conosco è il kata di Gru Bianca 穿心中 / Chuān Xīnzhōng, in cui però i tre oi-zuki vengono eseguiti andando indietro).
Personalmente ritengo i cinque kata Heian dei piccoli gioielli, ricchissimi di applicazioni che integrano perfettamente e sinergicamente atemi waza, nage waza e kansetsu waza. Sono completamente d’accordo con ciò che disse il maestro Funakoshi: avendo perfezionato queste cinque forme, una persona può essere sicura di difendersi con competenza nella maggior parte delle situazioni.

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