Per me il compito di un insegnante di karate è quello di accompagnare i propri allievi alla scoperta delle loro potenzialità, dando loro fiducia e ascolto.
Il M° Angelo Potere, Maestro VI dan e referente tecnico della FUJIYAMA Taranto, nasce a Taranto il 9 novembre del 1951. Dopo aver conseguito la qualifica professionale di perito meccanico, ha lavorato sino alla pensione come tecnico nella tristemente nota industria siderurgica ILVA di Taranto.
Ogni gara è una sfida con se stessi e la vera vittoria è quella di riuscire a superare i propri limiti.
Maestro Potere, com’è nata la sua passione per il karate?
Sin da bambino ho sempre mostrato interesse e propensione per lo sport, ma solo nel 1973 è nata la mia passione per il karate. Dopo aver visto alcuni film del regista giapponese Akira Kurosawa, ho deciso di iniziare a seguire un corso presso la palestra IPPON Karate di Taranto, palestra affiliata al maestro Angelo Abruzzo di Milano.
Quali maestri ritiene siano stati importanti nella sua formazione di karateka?
Ho avuto la fortuna di potermi allenare con diversi maestri, ognuno di loro mi ha arricchito e stimolato, ma ritengo fondamentali per il mio percorso sportivo i Maestri Hiroshi Shirai, Takeshi Naito e Carlo Fugazza. Inoltre, non posso fare a meno di citare il mio primo insegnante, il Maestro Roberto Cottimo, con il quale ho iniziato questo meraviglioso cammino.
Quando è iniziata il suo percorso agonistico?
Il mio percorso agonistico è iniziato nel 1974 partecipando ai Campionati regionali e arrivando alle fasi nazionali. Nel 1977 il Comitato regionale della FIK mi ha insignito atleta dell’anno insieme agli atleti emergenti della regione Puglia. Ogni gara è una sfida con se stessi e la vera vittoria è quella di riuscire a superare i propri limiti.
Da quando Lei iniziò a oggi, cos’è cambiato nella preparazione degli agonisti?
La preparazione degli agonisti si incentrava molto sull’allenamento tecnico e mentale degli atleti, ad oggi si dà maggiore importanza alla preparazione atletica e tecnica. Vi è un grande lavoro incentrato sullo sviluppo di tutte le capacità condizionali e coordinative dei nostri ragazzi, iniziando fin da giovanissimi con piani di allenamento individualizzati per ognuno di loro. Questo ci aiuta a far emergere le loro doti fisiche e di conseguenza anche mentali.
Come considera l’esperienza agonistico/sportiva all’interno della pratica?L’esperienza agonistica sportiva nella pratica del karate è importante, la considero un metodo per confrontarsi con altre realtà, talvolta anche molto differenti, ma è proprio da queste che nasce il desiderio di migliorarsi e superare sfide sempre nuove.
Nella sua formazione personale vi sono altre esperienze che ritiene abbiano arricchito il suo “bagaglio marziale”?
Nel mio percorso sportivo ho voluto sperimentare anche stili differenti, frequentando degli stage di Karate Wado Ryu con il maestro Maestro Yoshioka a Taranto. Queste esperienze hanno arricchito il mio bagaglio culturale, ma hanno anche riconfermato il mio amore verso il Karate tradizionale.
L’esperienza agonistica sportiva nella pratica del karate è importante, la considero un metodo per confrontarsi con altre realtà.
Quando ha conseguito la qualifica di maestro e quali ricordi ha in merito?
Ho conseguito la qualifica di istruttore nel 1981 presso la scuola dello sport CONI di Acqua Acetosa (Roma) e quella di Maestro a Lonato nel 2003, dopo aver frequentato un corso della durata di due anni. È stata un’esperienza che ricordo sempre con grande commozione ed entusiasmo, gli allenamenti, gli stage e i seminari sportivo/scientifici, mi hanno dato una maggiore consapevolezza e responsabilità nei confronti dei miei allievi. L’acquisizione della qualifica è stato un momento indimenticabile e gratificante, sia per aver sostenuto gli esami con il Maestro Shirai e la commissione tecnico/scientifica, sia per essere stato il coronamento di un sogno.
Che cosa l’ha motivata a percorrere anche la strada dell’insegnamento?
La principale motivazione che mi ha spinto a percorrere questa strada è stata la mia predisposizione all’insegnamento, per trasmettere le mie esperienze e conoscenze ai miei allievi. Insegno dal 1980 come collaboratore del mio primo Maestro, Roberto Cottimo e ho fondato l’ASD Fujiyama Taranto nel 1992, dove continuo nel mio impegno come maestro.
Quali sono i capisaldi del suo insegnamento?
Per me il compito di un insegnante è quello di accompagnare i propri allievi alla scoperta delle loro potenzialità, dando loro fiducia e ascolto. Insegnando la disciplina, il coraggio e il sacrificio, affinché possano diventare adulti liberi di scegliere, sicuri di se stessi e leali, per poter così affrontare il futuro, accettare le sconfitte e rialzarsi con sicurezza.
Che cosa le ha insegnato la pratica del karate?
Il Karate è per me un mezzo per arricchire ed equilibrare la mia vita, attraverso la conoscenza di me stesso e l’autocontrollo. Questa disciplina mi ha insegnato il rispetto per gli altri e a fronteggiare le sfide quotidiane.
Quali incarichi ha ricoperto e ha tuttora all’interno della FIKTA?
Fin dal 1996 ho ricoperto incarichi federali, Vice presidente del Comitato regionale Puglia-Basilicata e nel 2008 sono stato eletto Presidente dello stesso. Ricopro anche la carica di responsabile regionale ISI. Con la nuova dirigenza FIKTA, sono divenuto Consigliere Nazionale.
Secondo lei, quali “valori aggiunti” ha avuto il karate del Maestro Shirai rispetto ad altre scuole?
Il Maestro Shirai è stato per me un faro da cui attingere, un esempio, una fonte inesauribile di conoscenza e competenza. Un Maestro che riusciva a semplificare anche le lezioni più complesse, con il suo atteggiamento sempre attento e autorevole. È stato un grande onore averlo conosciuto e aver frequentato i suoi corsi, mi sento migliore grazie a lui.
Rispetto alle altre scuole, i valori aggiunti del suo Karate sono la tecnica, la spiritualità, l’approfondimento dei kata e lo studio dei bunkai.
Ora ho piena fiducia nella Commissione tecnica nazionale e nel Maestro Carlo Fugazza, col quale sono sicuro che percorreremo insieme la strada che ci ha indicato il Maestro Shirai.
Il Maestro Shirai è stato per me un faro da cui attingere, un esempio.
Durante l’emergenza sanitaria a causa del Covid-19 anche lei ha usufruito della comunicazione in Rete con gli allievi?
Durante l’emergenza Covid-19 ho usufruito delle comunicazioni in Rete con i miei allievi, con collegamenti settimanali. La frequenza è stata buona, ma tutti ci siamo resi conto che lo sport ha bisogno di contatto umano. È stato un periodo difficile, ma anche in questo caso il karate ci ha aiutato a sentirci più forti e meno soli.
Cosa auspica per il futuro del karate?
Per il futuro auspico una maggiore coesione e una condivisione di intenti tra tutti i praticanti, per raggiungere gli stessi obiettivi. Vorrei un karate unito, senza fazioni, per continuare a praticare la nostra passione con uno spirito più aggregativo.
Quali sono i suoi progetti futuri?
I miei progetti futuri sono quelli di continuare a praticare il karate che ci ha trasmesso il Maestro Shirai, incentivare e motivare i miei allievi, e tener fede ai miei impegni federali con serietà e coerenza.
Colgo anche l’occasione per ringraziare la nuova dirigenza per la stima e la fiducia dimostratemi.