Centinaia di karateka per un colpo d’occhio che riflette l’immagine di un gruppo unito nella pratica. che segue con puntualità tutti gli stage di alto livello della scuola del Maestro Shirai.
Uno degli appuntamenti più partecipati dell’anno è senza dubbio lo Stage Nazionale dell’Istituto Shotokan Italia Ente Morale che si è svolto anche quest’anno al Palasport di Igea Marina (RN), con la presenza di oltre 350 atleti cintura nera e tecnici provenienti da tutta Italia.
Lo Stage Isi e.m. è stato uno degli eventi programmati da Fikta e Isi nel fine settimana del 5-8 settembre, sempre a Igea Marina, in concomitanza con gli esami per il riconoscimento delle qualifiche di istruttore e maestro FIKTA a più di 100 corsisti nei due giorni precedenti e con l’Assemblea ordinaria e straordinaria che si è tenuta, in seconda convocazione, nella serata di sabato 7 settembre.
A inizio allenamento, nonostante il caldo ancora estivo e i corsi nelle palestre non ancora a pieno regime, il palasport si è presentato strapieno di praticanti. Un colpo d’occhio che riflette l’immagine di un gruppo unito nella pratica e che segue sempre con puntualità e costanza tutti gli stage di alto livello proposti dalla scuola del Maestro Shirai.
Il maestro si è soffermato sull’importanza dello studio dell’uchikomi.
Le due ore di pratica del sabato sono state condotte dal M° Carlo Fugazza. Dopo il saluto iniziale del Presidente Gabriele Achilli, il maestro Fugazza ha proposto la prima combinazione di kihon da secondo Dan per poi trasformarli in modo più articolato, in sequenze di due tecniche di attacco alternando tsuki e urakenuchi. Il maestro si è soffermato sull’importanza dello studio dell’uchikomi, cioè l’entrare dentro alla guardia dell’avversario con l’utilizzo di tecniche di attacco. A completamento di questo tipo di allenamento, lo studio del kihon è passato all’applicazione in coppia.
Nella seconda metà della lezione si è studiata e analizzata la prima parte del kata Chinte, che tradotto letteralmente significa “tecnica strana” o “tecnica straordinaria”, un kata definito dal maestro adatto a un livello di 5° o 6° dan. Dopo avere visto nel dettaglio e provato le prime tecniche del kata, il M° Fugazza, con l’aiuto dei Maestri Pasquale Acri e Silvio Campari, ha eseguito e proposto ai praticanti il bunkai delle stesse tecniche.
Nella lezione di domenica mattina il M° Fugazza ha proseguito lo studio del kata Chinte e del suo Bunkai. L’esecuzione del kata è stata spiegata in ogni minimo dettaglio. Nel corso del suo preciso intervento il maestro si è raccomandato di mantenere la massima precisione nell’esecuzione delle tecniche e, rivolgendosi anche ai nuovi istruttori e maestri, ha sottolineato l’importanza di saper dimostrare al meglio l’esecuzione di ogni movimento di fronte ai propri allievi. È importante che i praticanti acquisiscano da subito il movimento corretto, imparare in modo sbagliato comporterebbe un grande sforzo per riuscire a correggersi in futuro.
È altrettanto importante che l’esecuzione corretta ed efficace del kihon e del kata venga mantenuta nel tempo. Perdere la tecnica è un attimo, mentre acquisirla in modo corretto richiede un lavoro di anni.
Il maestro ha inoltre spiegato che ogni kata ha una sua precisa matrice, che va preservata e proposta ai propri allievi come unico modo d’esecuzione del kata. Anche se non giudica sbagliate altre interpretazioni ed esecuzioni dei kata, ribadisce l’importanza di mantenere le origini e un modo univoco di insegnarle.
Il maestro ha inoltre spiegato che ogni kata ha una sua precisa matrice che va preservata.
Successivamente, con l’aiuto dei Maestri Acri e Alessandro Cardinale, sono state mostrate altre tecniche di bunkai. Il Maestro ha sottolineato nuovamente la difficoltà del kata, proponendo pertanto delle applicazioni abbastanza semplici in modo da essere ben attuate da tutti. Infine, ha poi chiesto di eseguire le applicazioni con forza e determinazione, perché è solo facendo forte che emergono le fragilità.
Come un cerchio che si chiude, il maestro ha concluso la lezione con le combinazioni di kihon con le quali aveva iniziato lo stage il giorno precedente, chiedendo di applicarle al massimo della potenza, con kime. Il Maestro ha sottolineato come il kime sia la cosa più importante del nostro karate e che senza di esso non si sta facendo karate tradizionale.
Sia nello studio del kihon, sia in quello sul kata Chinte, il maestro ha ricordato a tutti l’importanza di praticare e preservare il karate tradizionale Shotokan, di mantenere l’esecuzione di tecniche grandi e ampie come ha sempre insegnato il Maestro Shirai, distinguendo quello che è l’allenamento di karate da quello che riguarda le competizioni.
Lo stage si è concluso con il saluto finale, il Dojo kun e il saluto a Sensei Shirai, assente fisicamente a questo appuntamento, ma sempre vicino con la mente e lo spirito a tutti i suoi allievi.