Condotto dal M° Hiroshi Shirai, il consueto stage nazionale di aggiornamento Tecnici ha visto la partecipazione di circa 500 corsisti.
Il palasport di Salsomaggiore (PR) è stato inondato da centinaia di tecnici provenienti da tutta Italia. Infatti, anche per il 2024 la cittadina emiliana ha accolto il consueto Stage Nazionale Aggiornamento Tecnici della FIKTA. Sabato 6 e domenica 7 aprile, sono state due giornate intense per gli appassionati dell’arte, non solo maestri e istruttori, ma anche atleti con una buona preparazione tecnica e con il grado minimo di 2° dan.
L’inaugurazione della giornata è avvenuta con i saluti del Presidente Gabriele Achilli il quale, sempre presente a ogni appuntamento organizzato dalla Federazione, ha salutato gli iscritti, ricordando loro che la FIKTA è una grande famiglia unita, compatta e perseverante negli insegnamenti e nelle idee guida del Maestro Hiroshi Shirai.
Il M° Shirai si è molto soffermato sull’importanza dell’energia – KI –.
I circa 500 corsisti partecipanti hanno avuto l’onore di seguire un corso condotto dal Maestro Shirai, faro della Federazione e summa dal Karate, coadiuvato dai Maestri Carlo Fugazza, Dario Marchini e Silvio Campari.
La prima parte della giornata è cominciata con un allenamento in coppia, dove sono state studiate delle tecniche di kihon. Si parte sempre dalla base, ma questa acquista valenze diverse in base al livello di preparazione dell’esecutore, maggiore sarà la precisione e la consapevolezza della tecnica, maggiore sarà il livello di competenze. Gli atleti si sono cimentati con tecniche di hente, ovvero una sequenza di due o più tecniche portate con una sola mano, sia per l’attacco sia per la difesa; per far in modo che tali tecniche siano efficaci è necessario mantenere l’anca bassa e sempre alla stessa altezza da terra. È proprio questo “stare bassi” che consente al karateka di mantenere le sue posizioni e di diventare esplosivo nelle tecniche.
Stesso principio dell’anca deve essere utilizzato quando si eseguono tecniche di keri. Infatti, l’allenamento ha visto anche lo studio dello yokogeri. Il M° Shirai si è molto soffermato sull’importanza dell’energia – KI – che deve essere applicata ogni qual volta si porta in esecuzione una tecnica, che sia eseguita lenta o veloce.
La giornata è proseguita con lo studio del bunkai del quarto kata Heian Yondan. Partendo da yoi sono state affrontate le tecniche di difesa nelle quattro direzioni (nord-sud-est-ovest), sia omote sia ura.
Quanto affrontato durante questo week end, verrà riportato nei singoli dojo italiani.
La giornata di domenica, purtroppo, non ha goduto della presenza e della lectio del M° Shirai, il quale per questo allenamento ha lasciato il timone al M° Fugazza, supportato per le dimostrazioni dai Maestri Campari, Pasquale Acri, Alessandro Cardinale ed Elio Giacobini. In questa parte di stage sono state riprese le tecniche di difesa e di attacco studiate e messe in campo durante la giornata di sabato, per meglio imprimere nella mente e nel fisico quanto il M° Shirai ha suggerito. Non dimentichiamo che quanto affrontato durante questo week end, verrà riportato nei singoli dojo italiani per mettere al servizio degli atleti gli aggiornamenti apportati alla disciplina.
L’allenamento è proseguito con lo studio approfondito delle tecniche e dei passaggi dei kata Gojushiho sho e Gojushiho dai. Il nome dei due kata significa: GOJUSHI: cinquantaquattro, HO: passi, SHO: piccolo, DAI: grande; dietro i “54 passi” si cela il principio filosofico secondo cui i passi rappresentano il collegamento di tutti i passi che si compiono nel corso della vita, in una continuità tra presente, passato e futuro. Questi kata nascono da un unico kata Gojushiho, poi sdoppiato in sho e dai per questo, durante il corso, sono stati studiati in parallelo. Sono quindi stati divisi in “fotogrammi” e i corsisti hanno eseguito tecniche del primo e tecniche del secondo, mettendo a confronto i movimenti.
Basilare per il maestro il principio dello Shin Ki Tai.
Il M° Fugazza ha saputo coinvolgere i presenti non solo con la sua padronanza tecnica, ma anche con le sue conoscenze teoriche, importanti per comprendere il vero significato di quello che si pratica. Per i livelli di competenza dei partecipanti di Salsomaggiore, non basta “saper fare”, bisogna anche “sapere”. Basilare per il maestro il principio dello Shin Ki Tai, che ha in sé il cuore, lo spirito, l’intenzione di portare una tecnica a compimento con tutta l’energia che il corpo può trovare in sé stessi. Un’idea che ha in se l’essenza del karate Shotokan.
Sicuramente quanto qui riportato non potrà mai sopperire alla meraviglia dell’essere presenti, perché avere l’onore di poter praticare durante giornate memorabili come queste è davvero un privilegio. Com’è un privilegio essere parte integrante di una grande federazione come quella della FIKTA, una federazione che annovera maestri e atleti di altissimo livello e che nel tempo, per dirla con un pensiero del M° Shirai, assomiglia sempre più “all’albero del prugno, molto forte dentro, molto forte fin dalle radici…”.