Il segreto del gamaku unisce le danze e le arti marziali di Ryukyu ed è da considerare un elemento assolutamente tipico e fondamentale da apprendere per chi studia il karate di Okinawa.
“Muoviti come se stessi ballando!”. Questa è una frase che mi ripeteva spesso Yabiku Sensei, quando mi istruiva nel suo dojo casalingo a Okinawa. Nella ripetizione dei kata e in specifici punti, poi mi diceva “Gamaku-ire!” che significa qualcosa come “Qui c’è gamaku”, così mi afferrava le anche e guidava il mio movimento affinché potessi percepire come cambiava la tecnica con e senza l’applicazione di tale principio. Quest’ultima istruzione, però, è tipica nell’insegnamento di ogni Sensei a Okinawa, in quanto classico è il principio di gamaku, una caratteristica del karate di Okinawa vecchio tipo, preservata e trasmessa fino a oggi e dal forte legame con la cultura locale.
In questo articolo fornirò alcune informazioni tecniche utili a comprendere meglio cosa sia gamaku e perché è un concetto specifico del karate di Okinawa, per fare ciò utilizzerò anche la traduzione di parte di un articolo del mio insegnante di Kingai-ryu, Hayasaka Yoshifumi Sensei, e della sua allieva Taeko Ebata (3° dan), che hanno pubblicato tempo fa per una rivista di arti marziali giapponese.
Il principio di gamaku, una caratteristica del karate di Okinawa vecchio tipo, preservata e trasmessa fino a oggi.
Gamaku è uno degli elementi essenziali per il combattimento, nel karate di Okinawa è concetto di quelli relativi al controllo del corpo durante l’esecuzione di una tecnica e della lotta.
Tutte le tecniche del karate, pur essendo già per loro natura estremamente lesive, devono diventare potenti realizzando ciò che in okinawense viene detto atifa, ossia (semplicisticamente) il trasferimento dell’energia sull’avversario. A tale scopo le tecniche vengono eseguite con applicazione della spinta dell’anca che generalmente nel Karate di Okinawa viene detta gamaku, la quale, attraverso una torsione, genera ulteriore energia.
Ora, c’è da considerare un ulteriore concetto: muchimi, che è riconducibile al concetto tipico del karate di Okinawa di “tecnica appiccicosa, pesante”, ma anche all’idea del “colpo a frusta”. Il muchimi viene utilizzato nella lotta corpo a corpo per non perdere il contatto con l’avversario, riuscendo ugualmente a generare potenza nelle tecniche nonostante lo scarso spazio a disposizione. Si hanno quindi due significati di muchimi che si intrecciano e indicano l’obiettivo unico di riuscire a combattere generando potenza in qualsiasi situazione.
Da ciò ne deriva che il gamaku non viene espresso esclusivamente in seno alla rotazione orizzontale delle anche, ma anche in senso verticale, come nel caso delle tecniche del Naifanchi kata. Si comprende quanto tale concetto sia di estrema rilevanza ai fini dell’allenamento nel karate di Okinawa, perché esso governa la dinamica di ogni tecnica, che si tratti di percussivo o di lotta in senso stretto.
Il muchimi viene utilizzato nella lotta corpo a corpo per non perdere il contatto con l’avversario.
Il gamaku è un’idea tattica che ha profonde radici nel cosiddetto tudi, ciò che sarebbe l’antica tecnica di lotta autoctona di Okinawa, ma anche con la cultura della stessa isola, in quanto è strettamente connesso proprio con la danza tipica locale e credo che per tale motivo Yabiku Sensei mi ripetesse la frase di cui a inizio articolo.
La relazione intrinseca tra tudi e Ryukyu-buyo, la danza tradizionale, è stata spiegata da molti esperti di tudi. I movimenti fisici comuni sono stati tramandati di generazione in generazione e sono diventati la pietra angolare della cultura artistica di Okinawa. Asato Anko e il suo discepolo Funakoshi Gichin sostenevano che le radici della tudi fossero nelle danze delle Ryukyu, come da una loro pubblicazione del 1914 “Okinawa no bugi”; in particolare ci riferisce alle danze mekata, dove si balla liberamente al ritmo della musica e i movimenti di questa danza hanno molte somiglianze con il tudi.
Ebata Sensei (insegnante di Ryukyu-buyo) spiega: nel periodo del regno Ryukyu fu istituito un odori-bugyo, o “magistratura della danza”, per regolare l’esecuzione delle danze di corte durante le cerimonie statali. La danza destinata ad accogliere gli inviati cinesi per le cerimonie di intronizzazione era chiamata Ukanshi’udui. Tra le danze di corte classiche c’erano la danza del vecchio, la danza femminile, la danza della gioventù, la danza dei due anni e la danza di gruppo. Le danze di corte classiche erano tutte eseguite da ballerini maschi, comprese le danze femminili. Alle donne non fu permesso di partecipare alle danze fino a dopo il “Ryukyu-shobun” dell’era Meiji (1868-1912), quando il regno Ryukyu fu integrato nel sistema prefettizio del nuovo stato del Giappone.
Ebata Sensei, spiega, ancora, che alcune peculiarità del Ryukyu buyo sono dita morbide, vita leggermente piegata e il corpo cambia direzione con movimenti specifici di gamaku; spiega altresì che gamaku di solito si riferisce alla parte morbida tra il bacino e le costole. Si espira leggermente mantenendo l’energia nel gamaku destro o sinistro, così l’area dei fianchi/vita e la postura della parte superiore del corpo si collegano, e il corpo si muove con flessibilità, permettendo alla specificità fisica del Ryukyu-buyo di essere espressa.
Ebata Sensei dice che, nella sezione Ufunshari della danza di Takahira Ryôsai, è importante inspirare a lungo e posizionare gamaku per ruotare i fianchi con un movimento fluido. Espirando, ruota i fianchi, fai un lungo respiro durante i passi. Ryukyu-buyo richiede un respiro lungo e profondo. Tutto questo è legato a muchimi e rappresenta Ryukyu-buyo. È un movimento piccolo, ma sorprendentemente profondo.
L’uso del gamaku mobilita il bacino su una piccola distanza.
Nel Ryukyu-buyo l’uso del gamaku è essenziale per esprimere la sua specificità e nelle arti marziali Ryukyu è una tecnica essenziale per creare la potenza della tudi, la sua fluidità e la precisione delle sue tecniche. L’uso del gamaku mobilita il bacino su una piccola distanza, ma in modo molto potente, e questo potere viene trasferito alla parte superiore del corpo per raggiungere le braccia e le mani, aggiungendosi al chinkuchi. Il risultato è un forte potere in difesa o in attacco, tale tecnica emette una grande potenza in un piccolo movimento che, solitamente, viene considerata espressa in uno spazio di addirittura tre centimetri.
Hayasaka Sensei interviene spiegando che gamaku e muchimi sono presenti in tecniche altamente agili del tudi, come koken e shoho. Anche utilizzando le tecniche del “palmo”, il gamaku generato nella zona del bacino può essere trasmesso completamente agli arti superiori e annientare un potente tsuki.
Ecco come il segreto del gamaku unisce le danze e le arti marziali di Ryukyu ed è da considerare un elemento assolutamente tipico e fondamentale da apprendere per chi studia il karate di Okinawa.