Nel karate gli esami sono solo e semplicemente una prova, un’occasione, per migliorare le proprie attitudini o limarne altre non idonee.
l kata (型 – forma) è una sequenza di movimenti, tecniche di attacco e difesa. La bellezza, la forza e il ritmo del kata dipendono da: uso corretto della forza; velocità di movimento; espansione e contrazione del corpo.
Eseguire bene un kata è un compito che richiede tempo (allenamento e sacrificio), tenacia e temperanza, oltre ad amare questo percorso, che non è solo coscienza corporale, ma anche spirituale ed emotiva.
È meglio comunque una cintura bianca forte che una nera floscia e l’obiettivo non è raggiungere il dan come se fosse una meta o un punto d’arrivo, ma vivere il “viaggio” di perfezionamento avendo postura e condotta di apprendista!
Non esiste kumite senza kata né kata senza kumite.
Il kata è l’anima del Karate, essenza e bellezza, completando il trinomio con Kihon e Kumite: vuole controllo del respiro e movimento fluido, attiva i sensi, concentra la mente sulla percezione dei movimenti circostanti ed elabora la strategia.
Non esiste kumite senza kata né kata senza kumite. Il karate è unione, simbiosi, armonia, altrimenti il karate è disossato all’origine e diventa solo autodifesa, combattimento di strada, lotta interstile… allora è meglio praticare il pugilato francese, Savage.
Criteri importanti nell’esecuzione di un kata:
• respirazione
• ritmo
• forza
• velocità/potenza
• kime (la vigorosa e rapida contrazione di tutti i muscoli che si verifica alla fine del colpo)
• tempo
• precisione delle posizioni (l’importanza di allenare la colonna vertebrale, asse fisico ed emotivo, consapevolezza del corpo)
• kihon corretto (alle tecniche di base)
• precisione e direzione dei colpi (focalizzazione e pratica dell’attenzione)
• bunkai (studio delle applicazioni pratiche di un kata)
• concentrazione (qualità, pienezza e realizzazione)
• equilibrio (mente, emozioni, controllo)
Ricominciare, dopo essersi messi in discussione, è il più grande atto di riscatto che l’uomo possa fare.
Funakoshi credeva fermamente nell’importanza di “hito-kata sanen” (tre anni di studio per ogni kata).
Il binomio studio e impegno è sinonimo di crescita, formazione, sfida con se stessi, per chi vuole salire di grado nella conoscenza, valutando anche le proprie capacità d’espressione e concentrazione.
L’esame – dal lat. examen, propr. “ago della bilancia”, der. di exigĕre “pesare” – è solo e semplicemente una prova, un’occasione, per migliorare le proprie attitudini o limarne altre non idonee.
Uscire sconfitti da una gara preparata da anni o arrivare alla tappa senza fiato, ci può dare però quella forza interiore illimitata e irriducibile che servirà poi nella vita e che i “vincenti”, forse, non avranno mai o non se ne accorgeranno affatto, perché: “L’esserci è il puro e semplice rischio” come diceva Martin Heidegger e ricominciare, dopo essersi messi in discussione, è il più grande atto di riscatto che l’uomo possa fare.
Chiosa d’esame:
Che cosa significa Heian Shodan?
Gli ideogrammi di Heian o Pinan significano “Pace e Tranquillità”. “Shodan”, primo livello.
Tutti i primi 5 Kata Heian iniziano con una parata sottolineando la regola 2 dello Shōtō nijū kun: “Nel karate non esiste primo attacco”.
Attivare quindi il ciclo motivazionale, creare ikigai (i propositi), concentrarsi sull’obiettivo che qui non è raggiungere il dan come se fosse una meta, un punto d’arrivo, ma vivere il “viaggio” nel perfezionamento e nell’empatia, avendo sempre sete di conoscenza e desiderio di confronto propositivo, ma anche matura e umile autoanalisi… postura e condotta d’eterno apprendista!
“Una vita senza esami non vale la pena di essere vissuta” (Socrate).
Questo è il vero messaggio dell’Arte Marziale come disciplina che rimane nel tempo e, quindi, nella memoria, mentre coppe e medaglie possono arrugginire, i diplomi ingiallire e le cinture ridursi anche in filacce.
Il Karate, quindi, prepara alle sfide nel pentagramma della Vita.
Un ringraziamento anche ai genitori degli allievi per la loro fiducia, gli sforzi e la sensibilità, nel capire quanto sia importante (oggi più che mai) avere la possibilità, oltre alla scuola, di affinare il carattere, lapidare il comportamento e perfezionare il temperamento dei propri figli/e attraverso un’attività sportiva che richiede molto sacrificio e concentrazione, superamento di avversità e difficoltà, talvolta con incomprensioni e critiche, ma che contrasta o comunque argina in modo trasparente e deciso il dilagare dei nostri tempi in distrazioni e intrattenimenti (molti futili e, a volte, effimeri), tra pressappochismo e dappocaggine. In alcuni casi aiuta a vincere ansia e nervosismo, colmare la lacuna di non essere padroni dei propri sensi e del proprio tempo, per crescere e formare “enkràteia” (dominio di sé).
Il Karate, quindi, prepara alle sfide nel pentagramma della Vita (studio – lavoro – relazioni personali), dove si vince sempre quando si ha cuore, tra lealtà e sincerità, rimanendo fedeli a se stessi e agli altri, elevando la coscienza e il rispetto per il prossimo.