A Busto Arsizio uno degli eventi italiani più importanti per il karate tradizionale.
Sabato 3 e domenica 4 giugno 2023, presso l’e-work Arena di Busto Arsizio, si sono svolti i Campionati Italiani Assoluti di karate tradizionale organizzati dalla FIKTA.
La federazione, contando sulla professionalità e sulla pluriennale esperienza dei Maestri Giorgio Gazich e Andrea Grasselli, si è avvalsa della A.S.D. Polisportiva BU DO KAN per organizzare la gara più importante dell’anno nella cittadina lombarda che è stata dichiarata “Città Europea dello sport 2023”. E non possiamo non sottolineare con soddisfazione il fatto che l’evento, uno dei più importanti per chi pratichi il karate, e di sicuro il più importante per chi segue il karate tradizionale, sia stato inserito dal CONI nella Giornata Nazionale dello Sport.
La scelta è stata azzeccata, non solo dal punto di vista della grande professionalità degli organizzatori, ma anche da quello “estetico”: il palazzetto infatti è veramente bello, sia dal punto di vista architettonico, con le sue forme particolari che si stagliano in cima a una specie di rialzo, sia per il colpo d’occhio che si ha quando si entra all’interno, per cui il piano, su cui erano stati allestiti i sei tatami, si trovava nella zona più bassa, dando l’impressione di entrare in una specie di arena simile al Colosseo.
Quasi 800 presenze nella gare individuali e più di 100 squadre si sono sfidate tra loro.
Tralasciando per il momento le considerazioni prettamente tecniche, sullo svolgimento delle varie prove e del campionato nel suo complesso, mi sembra di poter dire che due aspetti abbiano particolarmente contribuito a caratterizzare la manifestazione.
In primo luogo il significativo aumento del numero dei partecipanti, si sono infatti avute quasi 800 presenze nella gare individuali e più di 100 squadre si sono sfidate tra loro.
La commissione tecnica federale aveva, infatti, dato disposizione ai vari comitati regionali, affinché quest’anno accedessero ai nazionali i primi quattro classificati nelle rispettive categorie, mentre negli anni passati solo il primo classificato e pochi altri erano aggiunti su eventuale segnalazione della commissione tecnica regionale.
Questa presenza di atleti più consistente, rispetto agli anni passati, ha comportato un numero di prove decisamente più corposo, con un notevole incremento di lavoro per lo staff, per gli arbitri e per i presidenti di giuria e, di conseguenza, dei rispettivi responsabili: il Maestro Dario Ukmar per i primi e il Maestro Rino Campini per i secondi, che hanno avuto il loro bel da fare affinché tutto scorresse senza inconvenienti.
Citando le parole del M° Gazich, raccolte durante una breve conversazione al termine della seconda giornata: “Tutto è filato liscio e non era affatto scontato, si è arrivati alla fine della manifestazione osservando le regole, senza contestazioni e soprattutto senza che nessuno si facesse male, quindi, non possiamo che considerarlo un successo”.
L’apertura del campionato ai primi quattro classificati di ogni categoria ha comportato l’accesso, alla gara più importante dell’anno, di un numero di giovani maggiore del solito e ciò ha significato più genitori, amici, compagni di palestra intervenuti sugli spalti per fare il tifo e, di conseguenza, una più ampia diffusione mediatica. Questo mi sembra un altro degli altri aspetti che hanno caratterizzato questa edizione: una preponderante attenzione della federazione all’aspetto mediatico e, quindi, a un maggiore diffusione della conoscenza del nostro karate.
Il web è stato e sarà invaso da migliaia di immagini e di riprese filmate dei vari incontri, dei podi, delle medaglie e delle coppe, degli sguardi concentrati, della facce sorridenti e degli abbracci a fine gara. Perché se è vero che il nostro è il karate della tradizione, ciò non toglie che lo si debba faccia conoscere attraverso i social network più diffusi, con immagini e filmati su Facebook, Instagram e Youtube.
Il tutto sempre senza rinnegare le caratteristiche del karate tradizionale, così come ci è stato trasmesso da Sensei Hiroshi Shirai, il Maestro dei maestri, il quale è stato presente per i giorni della manifestazione, seduto a bordo tatami, a godersi il frutto del suo lavoro di decenni. Perché anche se è indispensabile adeguarsi alla modernità della comunicazione digitale e sfruttarne le opportunità che ci può offrire, il succo non cambia, il nostro deve sempre essere il karate del Maestro Shirai.
Così come ha fortemente sottolineato il Maestro Giuseppe Perlati, Segretario Generale FIKTA, nella conversazione che ho avuto la fortuna di fare con lui a bordo tatami. Il Maestro mi ha fatto ragionare su uno degli aspetti che caratterizza fortemente il karate tradizionale, rispetto al cosiddetto karate sportivo, cioè il fatto che nella nostra pratica quotidiana, mentre ci alleniamo in palestra o mentre partecipiamo a una competizione, deve essere sempre presente la consapevolezza del pericolo insito nelle azioni che potrebbe compiere il nostro avversario. Per cui non possiamo ridurre la nostra pratica a un mero gesto atletico o sportivo, in quanto dobbiamo considerare il nostro opponente non come un atleta, ma come un pericolo incontrato per strada e questa consapevolezza della sua pericolosità non deve mai abbandonarci, perché è la condizione che ci fa crescere e migliorare come karateka. Nello sport c’è tempo per rimediare, nel vero karate questo tempo non c’è e dobbiamo mantenere al massimo la nostra concentrazione, superando la paura della sconfitta.
Questa consapevolezza della pericolosità di ogni incontro è riassunta nel concetto di ichi go – ichi e: ogni incontro è unico e irripetibile.
Una maggior attenzione della federazione all’aspetto mediatico.
Anche il M° Ukmar, ormai da due anni responsabile nazionale degli arbitri, ha sottolineato che il nostro lavoro deve sempre andare nella direzione della consapevolezza che il nostro è il karate della tradizione, per cui, anche il nuovo regolamento arbitrale (sul quale da due anni si sta lavorando), pur semplificato rispetto al precedente, sottolinea l’importanza delle posizioni, sia nel kata, sia nel kumite, ponendo l’attenzione sull’efficacia del colpo e ribadendo che gli incontri siano a un solo ippon, e non a due o a tre, perché per ippon s’intende una tecnica talmente efficace che metterebbe l’avversario fuori combattimento senza dargli la possibilità di proseguire l’incontro.
Un’altra cosa che il M° Ukmar ha tenuto a evidenziare è stata la sua speranza di vedere, nei prossimi anni, aumentare la presenza dei tecnici e degli agonisti agli aggiornamenti arbitrali, affinché lo studio dell’applicazione del regolamento arbitrale non sia utile solo per la classe arbitrale, ma sia anche un valido spunto di lavoro e di crescita per gli insegnanti e i praticanti di ogni livello. Lo stesso concetto espresso recentemente dai Maestri Alessandro Roasio e Roberto Mazzarda nell’ultimo incontro di aggiornamento per gli arbitri piemontesi: si dovrebbe cercare di crescere insieme, percorrendo un cammino unitario (vogliamo chiamarlo Do?). Che è poi quello tracciato dal M° Shirai e ora portato avanti dai suoi allievi, che sono i nostri riferimenti federali, primo tra tutti il Maestro Carlo Fugazza.
Riguardo al livello tecnico del Campionato è probabile che, con l’aumento dei partecipanti, il livello generale delle prove, almeno quello delle fasi eliminatorie, sia leggermente diminuito rispetto agli anni passati, ma alla fine gli atleti più titolati e più preparati sono comunque emersi. Il livello tecnico delle finali, sia individuali sia a squadre, è stato eccellente, almeno come quello degli anni passati.
Passando brevemente al programma della manifestazione: nella prima giornata si sono svolte tutte le eliminatorie di kata individuale e a squadra, e subito dopo pranzo le eliminatorie di kumite delle categorie Cadetti B, Juniores A e Seniores A, arrivando per l’ora di pranzo a individuare gli atleti che nel pomeriggio si sarebbero sfidati nelle finali delle rispettive categorie.
Non dobbiamo ridurre la nostra pratica a un mero gesto atletico o sportivo
Tra le fasi eliminatorie del mattino e le finali del pomeriggio, gli atleti lombardi, ospiti di casa, hanno data vita a un interessante spettacolo, eseguendo tre diverse dimostrazioni, il cui livello era in crescendo.
Dapprima, un nutrito gruppo di ragazzini da cintura arancione a marrone, coordinati dal M° Grasselli, hanno eseguito delle sequenze di kihon, poi una serie di scambi di Kihon Ippon kumite, con uscite laterali sugli attacchi di calcio, concludendo con l’esecuzione corale del kata Heian Nidan.
La seconda dimostrazione ha visto i sei atleti vincitori dell’ultimo Trofeo delle Regioni – Chiara Fattori, Andrea Mariani, Alberto Rocchetti, Alessandro Rovelli, Alessandra Sinicante e Amina Tarawne –, coordinati dal M° Danilo Belotti, eseguire alcune sequenze dei kata Heian e di Tekki Sho-dan, per poi, a gruppi di tre, applicare le stesse in forma di bunkai, prima velocemente e di seguito più lentamente.
Il livello delle dimostrazioni è salito ulteriormente quando sono entrati i scena gli insegnanti del CSAK lombardo portando il kata Bassai Sho. Stefano Zanovello e Francesco Rocchetti lo hanno eseguito dividendolo in brevi sequenze e con l’intervento, a ogni interruzione, della Maestra Carlotta Prete con applicazione del bunkai per rispondere agli attacchi del maestri Danilo Belotti e Simone Pontiggia, un’esecuzione di vera maestria e notevole energia.
Finite le dimostrazioni sono cominciate le finali delle prove mattutine di sabato e le relative premiazioni. Purtroppo il tempo stringeva e non è stato possibile fare eseguire le finali singolarmente su un solo tatami, per cui sono stati utilizzati in contemporanea, prima due tatami e poi addirittura quattro, perdendo un po’ di spettacolarità.
Il giorno seguente è stata la volta delle prove di kumite individuale delle categorie: Speranze B, Juniores B e Seniores B e, ovviamente, del kumite squadra che, come di consueto, sono quelle che scatenano maggiormente il tifo, concludendo il campionato. Sono state vinte rispettivamente da: Nakayama (Reggio Emilia) il kumite a squadra di serie A e CSKS (Serravalle Sesia -VC) quello di serie B; mentre la squadra del Ren Bu Kan (Treviso) si è aggiudicata il kumite a squadra femminile.
La manifestazione si è conclusa con le premiazioni della domenica e con i consueti saluti e abbracci tra gli atleti, i coach, gli arbitri, perché sarà vero che il karate è essenzialmente fatto di sfide e di combattimenti, ma negli anni si formano anche delle bellissime storie di amicizia e affetto.