Un manuale per un percorso di auto-sviluppo e per scoprire il nostro potenziale, al fine di raggiungere i propri obiettivi personali, sportivi e professionali.
Autore: Matteo Tessarotto
Editore: Bookabook
Nella pratica marziale del Karate è prevista la continua ripetizione di movimenti e gesti al fine di ottenere maggiore “pulizia”, maggiore efficacia e maggiore connessione tra sé e l’ambiente circostante. L’evoluzione del gesto che diventa, immancabilmente, evoluzione del praticante, non segue una traiettoria rettilinea: in alcuni momenti si percepisce un miglioramento, in altri momenti pare di essere ritornati sui propri passi, come se si stesse percorrendo una traiettoria circolare.
Non un cerchio bensì una spirale è ciò che guida l’artista marziale nella sua evoluzione.
Nella spirale è presente il senso del percorso introspettivo del singolo e, allo stesso tempo, la modalità di espressione della forza e dell’efficacia della tecnica.
A tal proposito, ho deciso di scrivere un libro: La Spirale dell’Autorealizzazione, una sorta di manuale che, con approccio maieutico e introspettivo, conduce il lettore in un percorso di auto-sviluppo per scoprire se stesso e il suo meraviglioso potenziale, al fine di raggiungere i propri obiettivi, personali, sportivi e professionali.
Ne La Spirale dell’Autorealizzazione sono presenti spunti, teorie, riflessioni su quesiti e domande comuni a tutti come:
• Quali sono i miei punti di forza?
• Perché non raggiungo mai ciò che voglio?
• Perché farlo oggi se posso farlo domani?”…
Nel libro, il processo evolutivo e di consapevolezza viene stimolato attraverso una proposta di gioco: un solitario che si snoda attraverso un percorso che potrebbe ricordare quello di più famosi giochi da tavolo. In totale 18+3 caselle, da percorrere in sequenza, una alla volta, che descrivono un itinerario che accompagna il lettore/giocatore per alcuni mesi lungo il cammino della sua autorealizzazione.
Il giocatore principale e lo sfidante è sempre e comunque il lettore: il primo rappresenta la parte “luminosa”, che vuole evolvere, crescere, maturare, svilupparsi in un’ottica di auto-realizzazione e maggior benessere generale; lo sfidante è rappresentato dalla parte “in ombra”, che vuole barare, che è pigra e cerca alibi e scuse, che non vuole faticare per uscire dalla sua zona di confort, che vuole fare in fretta, che aspetta che le soluzioni arrivino da fuori, che non ha voglia di rivolgere lo sguardo al proprio interno. Non esiste una parte buona e una parte cattiva, entrambe sono parti di noi ed entrambe si risveglieranno attraverso questo gioco e vorranno far sentire la loro voce.
Attraverso la metafora del gioco, il lettore ha la possibilità di fare un’esperienza di auto-coaching. Quando parlo di coaching intendo quello che in Italia è descritto all’interno della Norma UNI 11601:2015 e non la manifestazione dell’attività di qualche improvvisato “motivatore da palco”. Senza dubbio un tale percorso può essere efficace e consentire alla persona desiderosa di modificare/cambiare qualcosa all’interno di una situazione problematica e/o di stallo, di riuscire a farlo o, quanto meno, “mettersi in cammino”. Ovviamente, non è possibile generalizzare e tante sono le variabili in gioco che possono influenzare la riuscita di tale percorso.
In conclusione, il mio augurio finale non può che essere: buona lettura e buon viaggio verso l’Autorealizzazione!