Quelli del 4 e 5 marzo sono stati due giorni intensi, emozionanti. Circa 1300 gare in due giornate sono una bella sfida.
di Carolina Guerra
Il Karate va tenuto vivo col fuoco dell’anima: è come l’acqua calda, necessita di calore costante o tornerà acqua fredda. (Gichin Funakoshi)
Sono sempre ore di trepidazione quelle che precedono una gara… per chi compete, per chi allena, per chi organizza e per chiunque viva la gara, in qualsiasi forma. Sudore, concentrazione, attesa. Il tempo si dilata e non stiamo più nel karategi, finché a un tratto… Hajime! E tutto ha inizio.
Vale per ogni competizione di karate, certo, ma Heart Cup ha un sapore diverso, inconfondibile: non entrano nel tatami “solo” la voglia di misurarsi, migliorarsi e mettere a frutto tanto duro allenamento. Anche la consapevolezza di contribuire a uno scopo più grande, che abbraccia orizzonti lontani, è da sempre protagonista di questa manifestazione non a caso conosciuta anche come “Goodwill International Karate Championship”.
Come in ogni edizione, anche quest’anno parte dei proventi è stata devoluta a sostegno di progetti benefici e, nello specifico, all’Associazione Una mano per un Sorriso – For Children, impegnata per l’emergenza in Siria e Turchia. Heart Cup, la coppa del cuore, nasce infatti dall’immenso lavoro che la Ren Bu Kan Ponzano e Treviso hanno svolto negli anni per realizzare un nobile desiderio: quello di unire la grande passione per il karate alla possibilità di fornire aiuti umanitari a persone in difficoltà. In questo modo si amplifica l’eco di emozioni positive che dal palazzetto si diffonde fino a chi ha più bisogno di una mano.
Senz’altro, i valori fondanti, fil rouge delle 6 edizioni finora svolte, sono la sincera e concreta solidarietà nei confronti del prossimo e l’amicizia, quella di chi si conosce da una vita e aspetta questo momento per rincontrarsi, quella di chi si scontra sul tatami e si abbraccia appena fuori, quella che si stringe in un attimo e non si perde mai, nonostante il tempo e la distanza.
Heart Cup ha un sapore diverso, inconfondibile.
Di respiro internazionale, Heart Cup accorcia proprio le distanze, accogliendo karateka da tutto il mondo e, quindi, la provincia di Treviso è tornata a essere, ancora una volta, capitale del karate.
Quest’anno, infatti, il 4 e il 5 marzo presso il Palacicogna di Ponzano Veneto, non lontano dal centro storico di Treviso, hanno partecipato ben 7 nazioni, 106 società e più di 900 atleti!
A questo proposito il M° Ofelio Michielan, fondatore della Ren Bu KanTreviso, esprimendo meraviglia nel constatare che chi è arrivato da lontano ha visitato con piacere la nostra città, afferma che uno degli obiettivi di questa gara è proprio quello di far conoscere il territorio trevigiano ed è orgoglioso del contributo che questo evento ha apportato al turismo sportivo, riempiendo hotel e bed&breakfast di gran parte della provincia.
Tra le belle notizie, emerge poi che, viste le numerose richieste e l’entusiasmo generato da questo speciale momento che Heart Cup rappresenta, dal 2023 in avanti, la manifestazione si terrà ogni anno (e non più ogni due).
Unica nel suo genere, a dimostrazione della sua inclusività, Heart Cup è aperta a ogni federazione e associazione che desideri partecipare senza distinzioni e adotta il regolamento ESKA, la cui particolarità (nella specialità del kumite) risiede nella ricerca dello shobu ippon, “un colpo, una vita”, ovvero l’esecuzione della tecnica perfetta. Si tratta del combattimento a un punto e Ippon sta a indicare la congiunzione dell’energia, dello spazio e del tempo.
Ecco perché elencare i risultati di tutte le categorie che hanno partecipato risulterebbe impossibile per motivi di spazio, ma potete trovare la lista completa sul sito sportdata.org.
Di seguito, vi daremo comunque qualche anticipazione.
Quelli del 4 e 5 marzo sono stati due giorni intensi, emozionanti. Circa 1300 gare in due giornate sono una bella sfida, che ha messo a dura prova la resistenza degli atleti e degli arbitri presenti, ma tutti hanno dato il massimo senza mollare, fino alla fine. Un capolavoro sportivo.
L’elevato livello tecnico della gara ha spinto nazioni come il Belgio e la Repubblica Ceca a scegliere di portare a Heart Cup perfino alcuni atleti di punta delle rispettive squadre nazionali (ad esempio Vedral Leoš per la Rep. Ceca e Kristof Vermeulen per il Belgio), in preparazione ai campionati Europei ESKA previsti per fine 2023.
Tirando le fila dell’intero weekend, la società che ha portato a casa il punteggio generale più alto è la Ren Bu Kan Treviso (conquistando 7 ori, 4 argenti e 10 bronzi), seguita a ruota dalla squadra di Israele (6 ori, 4 argenti e 4 bronzi) e dalla ASD Yama Karate (5 ori, 7 argenti e 10 bronzi).
In vetta alla classifica, nel kata a squadre maschile per club abbiamo la Ren Bu Kan Treviso (Di Costanzo, Nardi, Zanotto), mentre nel kata a squadre maschile per rappresentative, l’Istituto Shotokan Italia (Di Costanzo, Nardi, Rocchetti).
Nel kata a squadre femminile per club è il Ki Dojo italia (Frare, Tambalo, Tommasi) ad avere la meglio. Le stesse atlete vincono anche per rappresentative come JKS BUDO ITALIA.
Per il kata femminile individuale senior black, l’oro va a Giulia Gabrieli, della ASD Karate Club Bagnolo; il titolo maschile di questa categoria viene invece conquistato da Francesco Federico, della A. K. Milano.
Passando al kumite, è un atleta belga, Dangremont Louis, a vincere il podio per il kumite individuale maschile senior open, seguito al secondo posto da Giovanni Guidetti e al terzo da Stefano Zanovello. L’israeliano Neim Mohand si aggiudica invece l’oro per la categoria di kumite individuale maschile over open. Degno di nota è il campione ceco VedralLeoš che vince il primo posto nel kumite individuale maschile junior -70 kg.
Nel kumite individuale femminile categoria senior open spicca in alto il nome di Marina Gaffarelli, atleta dell’associazione NAKA.
Nel kumite a squadre femminile per club hanno guadagnato il 1° posto per la categoria cadetti la Ren Bu Kan Treviso (Cagnin, Kounti, M’Poko), per la categoria juniores la JKS ITK (Casadonte, Naciri, Perego) e per la categoria seniores la Ren Bu Kan Treviso (Dozzo, Da Prà, De Pieri).
Nel kumite a squadre maschile per club il primo posto per i cadetti va alla Ren Bu Kan Nazareth (Abdo, Safadi, Seror), per gli juniores alla ASD Yama Karate (Marcato, Ponzano, Qaddoura, Tancredi, Tasca) e per i seniores alla Scuola Karate Galliera Veneta (Battocchio, Bouguerra, Lando, Nardellotto, Simionato).
Infine, per le categorie miste a squadre, nel kata per club è la Shotokenshukai Caravaggio ASD (Rocchetti, Rocchetti, Rocchetti) ad avere la meglio e nel kumite invece l’Istituto Shotokan Italia (Babbini, Cuscona, Cossa, Pisano, Pretta, Rizzato, Tinelli).
Questi sono solo alcuni dei tanti successi collezionati nella 6ª edizione di Heart Cup.
Hanno presenziato e sono intervenuti nell’arco della giornata di sabato 4 marzo anche figure come il Sindaco di Ponzano Veneto Antonello Baseggio, il delegato provinciale del CONI Mario Sanson, il Presidente ISI ASD Rino Campini e il Presidente provinciale dell’ente di promozione AICS Claudio Pilon. Mentre domenica 5 è stato il Vicepresidente del settore karate Fijlkam Vladi Vardiero a dare il via alle gare di kata kids e a quelle di kata e kumite a squadre.
Abbiamo raccolto alcuni pareri sulla gara, a iniziare dal maestro belga Maurizio Contipelli, arbitro internazionale ESKA-WSKA: «L’ESKA, la nostra organizzazione, è molto interessata a questa gara, perché vi possono partecipare tanti atleti giovani che hanno l’occasione di cimentarsi in numerosi combattimenti confrontandosi con diversi karateka di valore. Infatti, l’Italia ha un alto livello nel karate “tradizionale” e perciò cerchiamo sempre di parteciparvi. In questo circuito ci si allena per il Budō: per “un colpo solo”, ossia, nel dare meno colpi possibili per sconfiggere l’avversario e non solo fisicamente, ma anche mentalmente. Che poi non significa solo fare la gara, ma significa portare nella propria vita gli atteggiamenti propri del Budō. I nostri arbitri ne sono un esempio, dopo il periodo giovanile delle gare, restano legati al karate diventando appunto degli arbitri. A tal proposito, se posso anche dare un suggerimento, ora bisognerebbe dotarli di computer e, inoltre, dovrebbero approfondire maggiormente il nostro regolamento ESKA che ha ormai superato quello ITKF. Per quanto riguarda l’organizzazione di questo evento, posso dire che va benissimo e la qualità è data anche dalla grande esperienza che ormai ha acquisito, infatti, la prima volta che io sono venuto, in veste di capitano della squadra, ha ospitato a Treviso i Mondiali ITKF nel 1994».
Hanno partecipato ben 7 nazioni, 106 società e più di 900 atleti.
Anche il Maestro e Presidente ISI ASD Rino Campini ha espresso la propria soddisfazione nei confronti dell’organizzazione a suo avviso “impeccabile”, aggiungendo: «Tutti gli addetti erano al posto giusto, c’erano ordine e pulizia. Ringrazio la famiglia Michielan per il lavoro puntiglioso che ha fatto, occorrono mesi per portare a termine un lavoro del genere. Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato e fatto sì che tutto andasse nel migliore dei modi. C’erano moltissime specialità, perciò a volte non era semplice capire l’andamento globale della gara se non si era a conoscenza del regolamento e della scaletta della manifestazione, però è stato davvero gradevole e importante per me esserci. Ritengo che sia una gara da emulare, da eguagliare».
Infine, il Maestro Carlo Bianchi, presidente della JKS BUDO ITALIA, ci ha raccontato come ha vissuto queste giornate: «Io ero presente anche l’anno scorso e sono tornato volentieri. Ho notato che quest’anno la gara è aumentata molto di livello, sia per quanto riguarda la prestazione dei ragazzi nel kata e nel kumite, sia per quanto riguarda l’arbitraggio. Sicuramente la presenza di squadre di altri paesi ha influito sull’andamento della gara. Sono fiducioso che si diffonderà la notizia di quanto questa gara sia valida e ritengo che di anno in anno ci saranno sempre più iscritti. Io mi sento vicino agli atleti e devo dire che li ho visti molto presenti, vivono la competizione come fosse un campionato a tutti gli effetti. Un grande merito va anche all’organizzazione che è davvero ottima, non manca nulla e i Maestri Ofelio e Davide Michielan sono molto accoglienti e ospitali. Tornerò senza dubbio, perché questa gara mi ha entusiasmato molto!».
E con queste parole incoraggianti, non resta che salutarci, ma questo è un arrivederci all’anno prossimo, con nuove travolgenti emozioni che ci faranno andare fuori di cuore!