Il 28.01.2023 a San Giorgio di Piano (BO), si è svolta una giornata dedicata interamente al Karate con la presenza di grandi maestri FIKTA.
Sabato 28 gennaio, presso il Centro sportivo Zanardi di San Giorgio di Piano (BO), si è svolta una giornata dedicata interamente al Karate. Un giorno di allenamento intenso per i circa 150 atleti, provenienti non solo dall’Emila Romagna, che si sono incontrati per allenarsi e migliorare le proprie prestazioni.
Il M° Silvio Campari ha tenuto lo stage mattutino di kumite, due ore molto impegnative in cui i partecipanti, con il grado minimo di cintura marrone, hanno avuto modo di affrontare diverse strategie di combattimento. Il maestro ha cominciato spiegando loro una “semplice” sequenza di attacco, parata, contrattacco, sottolineando l’importanza della conoscenza delle basi, punto di partenza se si vuole avere una buona strategia. Fondamentale è l’intero processo che porta, dallo studio di una tecnica di base, alla padronanza di questa e poi all’utilizzo appropriato della stessa in fase di combattimento.
Un giorno di allenamento intenso per i circa 150 atleti.
Complesso è stato lo studio del Tenshin da Kamaete, con rotazione a 45° alternando destra e sinistra, in posizione frontale con l’avversario. Un allenamento, questo, per migliorare l’incastro con il proprio avversario, infatti, se si sbaglia tale rotazione, viene a mancare la sintonia e l’allenamento perde la sua efficacia. Questa applicazione è stata affrontata con movimenti prima lenti e studiati, poi veloci, tenendo una distanza “lontana” e successivamente vicina. “Ripetere molte volte” ha spiegato il maestro “permette al corpo di creare un automatismo, migliorare altresì la velocità, ottenendo così una memoria muscolare”, questo porta a perfezionare le performance dell’atleta.
Passo successivo è stato aggiungere allo spostamento un Kizami zuki – Gyaku zuki, in quanto attacchi fondamentali. Qui il grado di difficoltà è andato a incrementarsi con l’aggiunta di tre spostamenti Yori ashi, Kae ashi, Tsuri ashi più parata e contrattacco. In questa fase gli atleti hanno dovuto tirar fuori tutta la loro grinta e il loro atteggiamento mentale, per diventare un tutt’uno con il proprio corpo. Il maestro ha fatto notare ai discenti la necessità di muoversi in sintonia con i propri piedi, che sono la guida per muoversi nello spazio e per dare al kumite la giusta velocità. Infatti, più una tecnica è veloce, più è efficace e solo migliorando questi due parametri migliora anche l’atleta.
Terminato questo studio, gli atleti sono stati divisi in due gruppi.
Il primo, composto da atleti di I e II dan, è stato allenato dal M° Elio Giacobini che ha lavorato, in primis, sull’atteggiamento mentale, sul conoscere sé stessi per poter migliorare l’approccio al combattimento. I ragazzi si sono esercitati su una sequenza di tecniche atte a colpire un avversario (fermo) posto a tre metri di distanza, quindi, un lavoro sulla distanza; poi attrezzati di guantini hanno lavorato sul Jiyu kumite, in gruppi di tre in cui uno si prestava all’arbitraggio.
Il secondo gruppo, dal III dan in su, è stato allenato dal M° Campari, il quale ha tenuto a sottolineare quanto questo fosse un allenamento mirato agli istruttori, un modo per fa conoscere ai singoli gruppi regionali come si allena la squadra nazionale. È stata studiata una serie di parate da fermi, dei Kirikaeshi – Ashi barai seguiti da calci, tutto questo per migliorare la prontezza dei riflessi. Infatti, sono stati suggeriti, anche dei “giochi” per stimolare la reazione a un attacco. Il maestro ha sottolineato l’importanza di rimanere concentrati e di non perdere mai l’atteggiamento mentale, fondamentale per il kumite.
La seconda parte dello stage si è svolta nel pomeriggio e ha visto impegnato il M° Carlo Fugazza coadiuvato dai maestri Pasquale Acri e Alessandro Cardinale, per tre ore dedicate interamente ai Kata.
La prima tranche è stata incentrata sullo studio dell’Heian Shodan. Il M° Fugazza ha spiegato come questo kata, apparentemente semplice, possa diventare estremamente complesso se sviscerato tecnica per tecnica e applicato con cognizione; è un kata che offre conoscenze a 360°. Sono stati studiati tutti i movimenti anche per eseguire il kata ura. Inoltre, il maestro ha sottolineato come tutte le tecniche di un kata abbiano un kime, cioè possono porre fine al combattimento, rappresentano, quindi, la somma di forza, energia, shingitai. E se storicamente tutto parte dal kumite per arrivare ai kata, ora siamo consapevoli che i kata sono alla base del kumite. Infatti, nell’esecuzione è necessario mantenere lo stesso atteggiamento mentale che si ha durante un kumite. È necessario comprendere che il kata è un combattimento reale.
Se storicamente tutto parte dal kumite per arrivare ai kata, ora siamo consapevoli che i kata sono alla base del kumite.
Secondo kata affrontato è stato Chinte. Il M° Fugazza ha spiegato il termine Chin, che indica delle tecniche fuori dal comune, tecniche anomale, da cui la complessità di tale kata. Sono state illustrate tutte le 33 tecniche che lo compongono, focalizzando l’attenzione sulla posizione fudo-dachi, complessa e impegnativa; sulla tecnica caratteristica, il tatezuchi, e sui tre spostamenti finali, che altro non sono che tre Yori ashi indietro, utili a riportare l’esecutore sul punto di partenza. Il Maestro ha precisato quanto sia importante eliminare le reazioni tra le tecniche e che questa “finezza” si può acquisire solo con la pratica e con il livello di competenze. Infine, sono state applicate alcune delle tecniche del kata, perché questo si può dire realmente acquisito quando si è in grado di applicarlo in maniera naturale, ura e omote.
Giornata lunga, stancante, ma veramente soddisfacente che ha lasciato, in ogni atleta che ha partecipato, la voglia e il dovere di migliorarsi per non sentirsi mai “arrivati”, ma sempre pronti e stimolati a nuovi orizzonti.