Un omaggio al M°Pizzoni che nel 2022 ha segnato i cinquant’anni di pratica e i quarant’anni dalla fondazione Centro Karate Shotokan Kenyu Kai di Foligno.
Massimo Pizzoni inizia la pratica del Karate Do nel 1972. Nel 1980 consegue il grado di cintura nera 1° Dan e l’anno successivo si diploma istruttore. Segue costantemente il Maestro Hiroshi Shirai e gli insegnamenti del Maestro Taiji Kase.
Nel 1982 fonda il Centro Karate Shotokan Kenyu Kai e nel 1999 consegue il 4° Dan e la cintura nera di Goshindo. Nel 2005 gli viene conferita la qualifica di Renshi di Hiroshi Shirai Goshindo e nel 2010 quella di Kyoshi. Dal 2017 è 5° Dan.
Attualmente lavora quasi ogni giorno nel dojo Centro Karate Shotokan Kenyu Kai di Foligno, cercando di insegnare ai propri allievi l’importanza di vivere secondo l’etica del Karate-Do.
Com’è iniziata la passione del Maestro Massimo per il Karate?
Cinquant’anni fa a Foligno c’era il club sportivo “Giovani” di Cardinali Diaz dove alcuni militari della Caserma di Foligno andavano ad allenarsi e c’erano molte cinture nere. Massimo Pizzoni, già affascinato dalle arti marziali, con un karategi cucito in casa ricavato da un lenzuolo, ha iniziato ad allenarsi lì e ad apprendere i principi di questa arte. È cominciata così la sua avventura che va avanti da mezzo secolo sulla quotidiana applicazione del detto giapponese “Cadere sette volte, rialzarsi otto”.
Il motivo di questo articolo?
Alcuni dei suoi allievi e delle sue allieve hanno pensato di omaggiare il Maestro con un articolo, perché per il M° Massimo Pizzoni il 2022 ha segnato i cinquant’anni di pratica e i quarant’anni dalla fondazione Centro Karate Shotokan Kenyu Kai di Foligno.
Chi è per voi il Maestro Massimo Pizzoni?
“Lu Sensei”, com’è chiamato affettuosamente dai praticanti più storici, non è soltanto un Maestro di Karate, ma una persona che porta a riflettere sui valori della vita, su come affrontare le avversità fuori dal dojo; una persona che spinge a migliorarsi ogni giorno in tutte le sfaccettature della vita quotidiana; una persona di grande umanità e umiltà oltre ad essere un Maestro impeccabile, sincero, corretto, forte e dedito ai principi del Karate tradizionale che riesce a trasmettere con integrità.
È una persona che riesce a farti tornare in equilibrio quando, sia intorno sia dentro se stessi, è un grande cumulo di macerie. È voce unanime dei suoi allievi definire il M° Massimo come una persona autentica e per capirlo basta guardarlo negli occhi per riconoscere immutato lo sguardo acuto e determinato di un ragazzo che cinquant’anni fa ha iniziato a praticare Karate e che con passione ha fatto del Karate il suo stile di vita.
Sono affascinanti i racconti e gli aneddoti che emergono sia durante, sia dopo le lezioni, in quanto sono la diretta testimonianza della storia del Karate italiano e internazionale. Procede tra le righe delle associazioni sportive cittadine, fuggendo dai riflettori mediatici, ma proseguendo incessantemente nella pratica e nella diffusione del Karate Do.
Le sue lezioni, distanti da velleità modaiole, sono ricche di preziosi suggerimenti, non solo tecnici, ma utili per la vita quotidiana, frutto dell’esperienza maturata in tanti anni di intensa pratica. Tutto questo e molto di più è il nostro Maestro Massimo che, dopo cinquant’anni di Karate, continua e continuerà a tracciare un percorso importante nella vita di tutti coloro che avranno la fortuna di incrociare la sua strada.
Qual è stato il momento più bello e quello più brutto per il Maestro?
Il M° Taiji Kase è stata una figura molto significativa e importante per il M° Massimo. Il momento più brutto è stato quando il giorno in cui Massimo festeggiava il suo compleanno, il 24 novembre 2004, per una triste casualità della vita, perdeva la vita il Maestro Kase; un grande dispiacere non essere potuto andare ai suoi funerali svoltisi a Parigi.
Ci sono stati molti momenti belli vissuti nel dojo, tuttavia, probabilmente, il momento più bello per il Maestro è quello in cui un allievo che aveva interrotto il suo percorso rimette piede nel dojo, ogni singola volta.
Quali sono i progetti per il futuro?
Nonostante la diffusione del Covid abbia messo a dura prova il settore, durante la pandemia le attività del dojo sono andate avanti con determinazione, organizzando lezioni online e al parco, vero esempio di resilienza. Tutti noi allievi ci auguriamo che presto la nostra associazione, sopravvissuta al lockdown, possa ritornare ad essere piena di persone, per poter allargare ancora di più la nostra già numerosa famiglia. Tra i progetti a più breve termine, in questo fine 2022, c’è quello di trascorrere un capodanno con i suoi allievi e sua moglie, di aspettare insieme il nuovo anno e di fare un kata al buio.