Una lettura del film “Cobra Kai” dal punto di vista musicale, della colonna sonora che ha contribuito a dare grande slancio alla serie TV.
“Cobra Kai” è sicuramente uno dei maggiori fenomeni di culto degli ultimi anni. Buona parte del successo della serie TV è da attribuirsi al soggetto, alla sceneggiatura, agli attori, al richiamo alla nostalgia e a tutto quello che vi viene in mente. Tuttavia c’è un aspetto, un po’ meno evidente, che ha dato grande slancio alla serie.
Da quando esiste il cinema sonoro e, successivamente, anche la televisione, la colonna sonora è una parte importante, se non fondamentale, per il successo della produzione. (Provate a immaginare cosa sarebbe “C’era una volta in America” senza le composizioni di Ennio Morricone o “West Side Story”, tanto per citarne un altro famoso).
Fino agli inizi degli anni Ottanta le colonne sonore erano composte ad hoc e le musiche seguivano la trama del film sottolineando i momenti salienti ed enfatizzando le scene più importanti. Poi, a un certo punto, questo stampo “operistico” ha lasciato il posto a una scelta molto più commerciale che ha portato i produttori dei film a cambiare strategia, scegliendo musiche più pop, più “facili” e immediate, spesso attingendo proprio dall’industria discografica, nonché dalle classifiche di vendita. Il tutto senza mai, o quasi mai, tradire il legame con l’immagine da proiettare e il messaggio da trasmettere al pubblico.
Fino agli inizi degli anni Ottanta le colonne sonore erano composte ad hoc e le musiche seguivano la trama.
Molte volte, quando si parla di cose del genere, non è poi così scontato che non si giochi molto sull’aspetto nostalgico che, di solito, riscontra molto i favori dello spettatore. Non è differente “Cobra Kai” che, sebbene sia una serie televisiva ambientata ai giorni nostri, non nasconde una certa affinità con un tempo andato in cui questa equazione – colonna sonora = hit da classifica – era d’obbligo. In questo caso, più di altri, non avrebbe potuto essere altrimenti per un semplice motivo: la serie prende spunto da una pietra miliare che ha fatto storia per soggetto, trama e colonna sonora: “The Karate Kid”.
Il film, originario del 1984, fu uno dei primi del genere “di rivalsa” ad avere una colonna sonora di forte impatto, studiata in ogni particolare e messa insieme per la causa. Una colonna sonora che ancora oggi starebbe benissimo nelle classifiche – se solo esistessero ancora – di autorevoli magazine del settore.
Qualche esempio? (Bop Bop) on the Beach, magistralmente arricchita di sintetizzatori, era la canzone perfetta per la scena in cui Daniel e i suoi nuovi amici giocavano a calcio sulla spiaggia. Perché? Presto detto. Il suo ritmo Sixties riportava subito (tutti noi) ai fasti della West Coast, al sogno del nuovo Eden chiamato California, terra in cui Daniel e sua madre, guarda caso, emigrano come dei moderni Tom Joad per cercare fortuna dopo le difficoltà incontrate nel Jersey.
Che cosa dire poi di It Takes Two (To Tango) che risulta perfetta per la scena notturna della spiaggia dove il protagonista, d’estrazione working class, supera gli ostacoli sociali e si avvicina al mondo patinato di Ali che a sua volta sembra essersi finalmente spogliata di quell’etichetta aristocratica.
Impossibile poi non citare The Moment of Truth, traino ideale della scena in cui Daniel vince il suo incontro decisivo, si riscatta e, finalmente, trova quella serenità che per troppo tempo gli era stata negata. Diciamoci la verità, “The Karate Kid” è un film a cui tutti, indistintamente, siamo legati, chi per affetto, chi per identificazione, chi per imitazione, chi per disprezzo – sì, c’è anche quello. Chiunque riguarderebbe mille volte quella pellicola e alla fine si emozionerebbe come la prima volta, perché la storia di Daniel è la storia di tanti ragazzi come lui. Lo stesso vale per ogni volta che la radio “passa” una canzone tratta dalla sua colonna sonora: in quel preciso istante ci vengono in mente le cinque o sei scene cardine, e quella canzone iniziamo a canticchiarla sottovoce.
È anche per questo motivo che pure i produttori di “Cobra Kai” hanno pensato bene di dare la stessa impronta alla serie. Johnny Lawrence non ascolterebbe mai una canzone di Billie Eilish, così come Daniel LaRusso. Perciò, se non lo fanno loro che sono i principali protagonisti, perché dovrebbero farlo gli spettatori? Sappiamo che in realtà non è proprio così, dato che oggi i gusti musicali e le modalità di trasmissione della musica sono molto cambiati, soprattutto nelle nuove generazioni, ma com’è stato per Running Up That Hill di Kate Bush, tornata in classifica dopo più di trent’anni grazie a “Stranger Things”, è stata la stessa cosa per Eye Of Tiger di Survivor tornata hit “da singolo” quarant’anni dopo “Rocky III”, proprio grazie alla scena in cui Johnny, Daniel e Chozen, ovvero i tre vecchi nemici, la cantano insieme a squarciagola.
La serie prende spunto da una pietra miliare che ha fatto storia per soggetto, trama e colonna sonora: “The Karate Kid”.
Proprio il rock anni Ottanta, quello che poi verrà definito power-rock, è il trattore che traina il carro Cobra Kai. Il ritmo potente testimonia appieno la potenza della scene, l’iconografia degli artisti diventa la trasposizione del personaggio. Billy Idol canta Mony Mony, dal suo album “Don’t stop” del 1981, e il suo stile non è molto diverso da quello di Lawrence. Kenny Loggins ci regala Playing with the boys, canzone già nel soundtrack di un altro capolavoro degli anni 80 “Top gun”. Potevano mancare “classiconi” come Blaze Of Glory di Jon Bon Jovi o Unchained di Van Halen? Assolutamente no. E poi c’è uno dei successi più cool del decennio che risponde al titolo You Spin Me Round (Like A Record) singolo dei Dead or alive del 1985; brano che tutti almeno una volta hanno cantato e ballato in discoteca o alle feste tra amici.
Attenzione, lungi da me attribuire solo alle canzoni il successo di Cobra Kai, tuttavia è oggettivo dire che una scelta del genere non può che essere d’aiuto alla causa. Inoltre, ha permesso a tanti ragazzi e ragazze, nati dopo il 2000, di riscoprire canzoni che hanno fatto, nel bene o nel male, la storia della musica e lo spirito con cui sono state scelte ha permesso di associarle a un cult che ha fatto storia nell’ambito cinematografico e non solo.
Ora non mi resta che condividere la mia playlist personale e augurarvi buon ascolto!
5 – Eye of Tiger (Suvivor)
4 – (Bop Bop) On The Beach (original Karate Kid Soundtrack)
3 – You Spin Me Round – Dead Or Alive
2 – Moment Of Truth (Orginal Karate Kid Soundtrack)
1 – Blaze Of Glory – Bon Jovi