Vedere due Maestre di tale caratura all’opera ha fatto respirare un’aria nuova, moderna, inclusiva, aperta e curiosa.
di Lorenza Bernardi – Responsabile Pari Opportunità Comitato Regionale FIKTA Lombardia
Era una scommessa ambiziosa organizzare uno stage in un ponte dal sapore vacanziero come quello del 2 giugno: si rischiava un’affluenza scarsa. Ma il Comitato Regionale FIKTA della Lombardia ci ha creduto fin dall’inizio schierando un team da grandi occasioni: il Maestro Carlo Fugazza 8° dan, la Maestra Maruska Granata 6° dan, la Maestra Yuri Shirai 5° dan e il Maestro Andrea Grasselli 6° dan.
E quando si sfodera l’eccellenza, alla fine la risposta non può che essere numerosa: più di centocinquanta tra allieve e allievi sono arrivati a calcare il parquet del Centro Sportivo Gargnano di Milano. Erano talmente in tanti che, quando a metà stage si sono formati due gruppi in base al grado, c’è stato qualche problema di spazio.
Ma andiamo con ordine.
Quando si sfodera l’eccellenza, alla fine la risposta non può che essere numerosa.
Ore 9: lo stage inizia
L’illustre curriculum del Maestro Fugazza parla già per lui: è difficile riassumere una carriera da agonista e da Maestro come la sua. Come ormai è difficile fermare nero su bianco i numerosi aneddoti e riflessioni che fioriscono a ogni sua lezione.
Anche in questo caso, durante la prima ora di stage, quando tutti gli allievi e le allieve erano assieme senza distinzione di grado, il Maestro ha fatto eseguire un kihon propedeutico al kata Heian shodan. “Fare poche e semplici tecniche come oizuki, age-uke, shuto-uke deve però passare attraverso il filtro dell’esperienza” ha detto il Maestro Fugazza. Un’esperienza nata da anni di pratica, studio e abnegazione che porta a eseguire quelle apparentemente semplici tecniche con un’energia e una maestria ben diverse da quelle mostrate da un ottavo kyu.
“Partire da Heian shodan per tornare a fare Heian shodan”: come a dire che il kata rimane sempre lo stesso, ma sono il karateka e la sua esperienza a interpretarlo.
Un concetto che ricorda le dimostrazioni del compianto Maestro Kase che, quando eseguiva un semplice zuki o una tecnica di hente, sprigionava un’energia impressionante difficile da dimenticare (e impossibile da eguagliare).
Dopo circa un’ora di lezione tutti assieme, si sono formati due gruppi di grado diverso: il primo, da secondo dan in su, ha continuato ad allenarsi con il Maestro Fugazza coadiuvato dal Maestro Grasselli. In menu c’erano lo studio dei kata Gankaku ed Empi. Il secondo gruppo, composto da cinture marroni e nere, è stato guidato dalle Maestre Granata e Shirai per un approfondimento di Bassai-dai e Jion.
Vedere due Maestre di tale caratura all’opera, con i loro modi di insegnare maturati in decenni di guida nelle rispettive palestre (dopo una luminosa carriera agonistica da parte di entrambe), ha fatto respirare un’aria nuova, moderna, inclusiva, aperta e curiosa verso sensibilità diverse, pur rimanendo in linea con la tradizione.
Partire da Heian shodan per tornare a fare Heian shodan.
È proprio soffermandosi su questo importante concetto, la tradizione, che il Maestro Fugazza ha congedato la folla di allieve e allievi al termine di due ore e mezzo di lezione: per portare avanti la tradizione del karate ci vuole conoscenza, intesa sia come esecuzione corretta delle tecniche, ma anche come presa coscienza delle numerose personalità che fanno parte dell’illustre corpo insegnanti della Lombardia e dell’Italia. Bisogna sì creare ricambio generazionale, e questo stage ne è stata la valida prova, ma bisogna anche conoscere chi c’è stato prima, i Maestri e le Maestre che hanno fatto la storia, coloro che hanno a loro volta trasmesso la tradizione seminata anni or sono dal Maestro Shirai.
In fin dei conti, come già diceva un noto filosofo vissuto nel XII secolo, “siamo nani sulle spalle dei giganti”.
Non dimentichiamolo.
Trovi altre foto qui