Scopriamo come la pratica dello Yoga permette di migliorare le performance, raggiungere una pienezza di vita e il flow.
A tutti piace fare una passeggiata. Alcune volte ne abbiamo bisogno per restare un po’ con noi stessi oppure per scaricare la tensione e rilassarci. I bambini, invece, corrono. Sempre.
Un giorno mio figlio mi chiese: ma perché noi corriamo sempre e voi grandi non correte più? Amo i bambini e la loro intelligenza proprio per il loro disincanto e la loro immensa capacità di cogliere gli aspetti essenziali della vita. Naturalmente, è il loro punto di vista quello che ritengo più giusto, quello con cui nasciamo tutti e a cui dovremmo ritornare. I grandi corrono per passione, per fitness, per fare sport. All’esperienza pura, semplice e primitiva della corsa gli adulti aggiungono gli aspetti mentali della salute, del benessere, dello scarico di tensioni e stress e dell’agonismo.
Lo Yoga, come le arti marziali, non è sport: è una disciplina.
Che differenza c’è tra una passeggiata nei boschi la pratica di uno sport? Qual è il margine che distingue la corsa di un bambino dalla corsa di uno sportivo? Cosa distingue la lotta fatta per gioco da un’arte marziale? Io credo siano due gli elementi che ci permettono di distinguere queste esperienze: la continuità della pratica e il valore attribuito a questa pratica.
A uno sport e a un’arte marziale dedichiamo tempo, dedizione, perseveranza e in cambio ci dà soddisfazione, resilienza, divertimento. Allo sport e alle arti marziali attribuiamo poi un valore dato dalle energie spese per gli allenamenti, dallo studio, dalla pratica individuale e dall’obiettivo perseguito.
C’è una differenza ancora tra ciò che è sport e ciò che è disciplina, come le arti marziali: nello sport conta il risultato, in una disciplina ciò che veramente conta è il percorso, il viaggio.
Quando noi pratichiamo una disciplina incorporiamo all’impegno e ai piaceri di un’attività sportiva anche un valore dato dall’espansione delle nostre innate qualità umane: fisiche, mentali, emotive e morali.
Lo Yoga, come le arti marziali, non è sport: è una disciplina.
Quando parliamo di Yoga richiamiamo subito immagini di corpi in equilibrio o completamente snodati. Soprattutto in Occidente viene ridotto alle asana, le posizioni e le serie di posizioni eseguite in palestra. Questa visione è riduttiva e non veritiera. Yoga è una disciplina che va assorbita e metabolizzata come un cibo, coinvolge ogni aspetto della vita di una persona. La pratica seria dello Yoga è presente anche in una passeggiata o nella colazione del mattino: è presenza, costante, in sé stessi e in quanto sta accadendo.
Lo Yoga è una disciplina completa che potremmo assimilare, per i suoi benefici e le sue caratteristiche, alla cellula staminale delle arti marziali e degli sport. Detto in altri termini: un’eccellente carriera nella danza moderna non può prescindere da alcuni anni di danza classica.
La pratica dello Yoga si basa su tre fondamentali: corpo, respiro, mente. La pratica delle asana (le posizioni Yoga) non è efficace e talvolta diventa dannosa senza un’adeguata e corretta respirazione. La respirazione corretta permette la massima concentrazione nell’esecuzione. Una volta che la mente viene addestrata è possibile ricreare quella calma e quella concentrazione in qualsiasi attività quotidiana.
Qualunque sport o arte marziale può ricevere dallo Yoga benefici che vanno a moltiplicare gli effetti della loro pratica, sia per quanto riguarda la preparazione atletica che la prevenzione degli infortuni o la correzione dei sovraccarichi dovuti alla specifica attività svolta.
Qualunque sport o arte marziale può ricevere dallo Yoga benefici che vanno a moltiplicare gli effetti della loro pratica.
Lavoro da alcuni anni con professionisti dell’atletica leggera e con esercizi Yoga, calibrati per i singoli atleti (corrano i 100 metri, i 200, la corsa a ostacoli o la maratona), sviluppano adeguatamente scatto o resistenza, migliorano l’appoggio del piede, compensano lo stress muscolare di gambe e psoas. Con mountain bikers e ciclisti vengono compensate le distorsioni dovute al carico anomalo su bacino, coccige, trapezio e cervicali.
Il Judo è un’arte marziale praticata da anni dai miei figli. La tendenza è quella di abbassare il baricentro e irrigidire muscoli e tendini di gambe, bacino e schiena. Con gli esercizi Yoga il corpo viene adeguatamente preparato e riscaldato prima della pratica, ma si lavora anche su allungamenti e torsioni che vanno a compensare la tendenza del fisico a chiudersi su sé stesso.
Nel Karate lo Yoga è efficace nell’aumentare la flessibilità della colonna vertebrale e del bacino e compensa i possibili carichi sulle articolazioni.
Lo Yoga è soprattutto respirazione. Il diaframma, gli addominali e il tronco vengono educati e allenati a una respirazione piena e corretta. La respirazione, inoltre, va ad abbassare le tensioni e rafforza il baricentro degli sportivi e il punto “ara” dei praticanti di arti marziali.
La mente trae altrettanti benefici. Crisi dovute alla stanchezza o perdita di concentrazione degli sportivi trovano il loro antidoto. La pratica della visualizzazione rende più efficace la performance.
Una mente addestrata diventa il miglior alleato di chi pratica arti marziali e consente di percepire con sempre maggior raffinatezza il proprio corpo, momento per momento, rendendo più efficaci movimenti e colpi.
Oltre a ciò, in accordo con le recenti scoperte scientifiche, lo Yoga interviene direttamente sul nervo vago e su tutti gli aspetti legati a questa importante componente del nostro sistema simpatico. Torsioni, piegamenti e respirazione addominale sciolgono blocchi fisici e nervosi, consentendo così di superare traumi fisici che sono manifestazioni corporee di blocchi e traumi mentali ed emotivi.
Nel Karate lo Yoga è efficace nell’aumentare la flessibilità della colonna vertebrale e del bacino.
Alleggerire il nostro carico fisico, mentale e emotivo, consente di praticare con lo spirito libero di quando eravamo bambini. In questo modo qualsiasi pratica si svuota dallo stress e ridiventa piacere. Quel piacere che trova il suo maggiore effetto in una pienezza di vita in generale. In gara o in una competizione, quel piacere può trasformarsi anche nel noto flow, o trance dell’atleta, che eleva la performance ai massimi livelli possibili ed elimina ogni interferenza, creando un flusso straordinario che armonizza ogni dimensione umana ed elimina qualsiasi sensazione di fatica.