A ogni incontro l’adrenalina sale a mille, ancor di più in quelli con la squadra, in cui adoro l’energia che io e i miei compagni ci trasmettiamo.
NOME
Marco Babbini
LUOGO DI NASCITA
Casale Monferrato
DATA DI NASCITA
31 agosto 2000
SPECIALITÀ
Kumite
CLUB DOJO
YANAGI Karate Club ASD di Vercelli
MEDAGLIERE
2015
– Meeting eu. ragazzi (FE): 4° kata ind.
2016
– Heart Cup: 1° kum. ind. cad. / 2° kum. sq
2017
– Coppa Shotokan: 1° kum. squ.
– Camp. It.: 2° kum. ind. Sp +65
– Tr. delle Regioni: 3° kum. ind. Sp +65 / 3° kata ind. Sp +65
2018
– Coppa Shotokan: 1° kum. squ.
– Camp. It.: 1° fukugo Sp +65 / 2° kum. ind. Sp +65
– Tr. delle Regioni: 1° kum. squ.
– Heart Cup: 3° kum. squ.
2019
– Coppa Shotokan: 1° kum. ind. / 2° kum. squ.
– Tr. Regioni: 1° kum. squ. / 3° kum. ind. Ju +70
– Tr. Masina: 1° kum. squ. / 3° kata squ.
– WSKA: 3° kum. squ.
Quando hai iniziato a praticare karate?
Ho iniziato a praticare karate tradizionale all’età di cinque anni in una palestra vicino a casa, inizialmente aderendo a un’iniziativa scolastica e successivamente appassionandomi a questo sport.
…mi ha fatto comprendere che nella vita ogni traguardo può essere raggiunto con la giusta determinazione e volontà.
Chi è il tuo maestro?
Dal 2015 pratico karate presso la YANAGI Karate Club ASD di Vercelli con il Maestro Ivano Caruso, con cui ho subito stretto un buonissimo rapporto, sia nell’ambito sportivo sia in quello personale.
Ogni giorno m’insegna, oltre al karate, ad affrontare con il suo esempio e con i suoi consigli la vita di tutti i giorni con umiltà e determinazione. La sua continua dedizione a questo sport e a noi ragazzi mi ha fatto comprendere che nella vita ogni traguardo può essere raggiunto con la giusta determinazione e volontà.
Quando è incominciato il percorso agonistico?
Già da bambino amavo molto la competizione, ma ho iniziato ad appassionarmi all’agonismo proprio con il Maestro Ivano, con il quale ho scoperto le emozioni e l’adrenalina che solo le competizioni ti danno.
Questa carica sportiva è aumentata con la conoscenza e frequentazione del Maestro Silvio Campari il quale, a ogni allenamento, cerca di esaltare al meglio le mie tecniche.
Quanto ti alleni?
Mi alleno a Vercelli tre volte alla settimana con allenamenti che mi preparano sia dal punto di vista tecnico sia fisico, inoltre, una/due volte alla settimana mi dedico alla preparazione atletica nella piccola palestra che ho predisposto a casa.
Quando però non sono impegnato per motivi universitari, cerco di andare ad allenarmi a Milano dal Maestro Campari.
Com’è il rapporto con i tuoi compagni di squadra?
Il rapporto con i miei compagni di palestra è ottimo e questo ci permette di allenarci al meglio. Prima di tutto sono amici e poi compagni di squadra, con i quali condivido anche il mio tempo libero.
È solo un anno che mi alleno con la Nazionale e da subito ho stabilito un buonissimo rapporto con tutti, essendo poi uno dei più piccoli io li vedo come esempi da seguire. Grazie a tutti loro e all’allenatore della Nazionale, che mi hanno supportato e incoraggiato, sono riuscito ad affrontare i miei incontri con un po’ più di serenità.
Il tempo che dedichi agli allenamenti, incide nella tua vita privata?
La passione per questo sport e le emozioni che mi dà sono indescrivibili e mi ripagano di tutto, riuscendo a farmi conciliare vita sportiva e privata senza alcun problema.
La passione per questo sport e le emozioni che mi dà sono indescrivibili e mi ripagano di tutto.
Lo scoglio personale su cui devi ancora “lavorare” maggiormente?
L’aspetto psicologico della gara è ciò su cui sto lavorando da tempo, prima di ogni competizione sono sempre molto agitato e ho sempre paura che questo possa influire negativamente sul risultato. Credo però che l’esperienza in campo possa aiutare molto un atleta nella gestione di questo tipo di stress e delle sue emozioni.
Secondo te, qual è la tua caratteristica come atleta?
Non saprei, a detta di alcuni miei compagni, forse, l’imprevedibilità, perché in allenamento cerco sempre di perfezionare nuove tecniche che possano arricchire il mio bagaglio.
In quale specialità ti senti più preparato?
Mi sento più preparato nel kumite, sia individuale sia a squadre, che come già detto mi eccita e mi emoziona. A ogni incontro l’adrenalina sale a mille, ancor di più in quelli con la squadra, in cui adoro l’energia che io e i miei compagni ci trasmettiamo.
L’avversario più temibile?
Credo che ogni avversario sia temibile, ma quello che temo di più in assoluto sono io.
Che cosa ritieni ti abbia insegnato il karate?
Il Karate mi ha insegnato, e continua ancora a insegnarmi, a come affrontare gli ambiti della vita di tutti i giorni: con umiltà, determinazione e soprattutto tranquillità.
Qual è il momento più appagante e quello più spiacevole della tua carriera?
L’episodio più appagante è stato vincere la Coppa Shotokan a dicembre 2019 , soprattutto per la mia età, un’emozione indescrivibile che non mi sarei mai aspettato di raggiungere in una competizione così importante.
Il più spiacevole, invece, è stato durante l’Heart Cup del 2016, quando perdemmo la finale di kumite a squadre contro Israele, perché è stata una delle mie prime gare importanti.
Hai un momento del tuo percorso agonistico che ti piace ricordare?
Un momento che non potrò assolutamente dimenticare è stato quando, agli ultimi mondiali WSKA in Portogallo, ci siamo classificati al terzo posto nel kumite a squadre, per cui ho visto la felicità negli occhi del nostro allenatore e del resto dei compagni della Nazionale, lì ho compreso quanto è bello avere l’onore di far parte di un gruppo così affiatato.
Ti piacerebbe essere un atleta professionista?
Sarebbe bellissimo unire “l’utile al dilettevole” e, quindi, che lo sport che pratico un giorno possa diventare effettivamente la mia professione, ma di questo non me ne preoccupo molto, cercando d’impegnarmi sempre e al meglio in ogni cosa che faccio.
In allenamento cerco sempre di perfezionare nuove tecniche che possano arricchire il mio bagaglio.
Cosa pensi dell’accesso del karate alle prossime Olimpiadi?
Sono contento che il karate sia riuscito a entrare come disciplina alle Olimpiadi e penso sia una bella opportunità, per far conoscere e apprezzare ogni sua sfaccettatura.
Come immagini il tuo futuro?
Essendo molto giovane vivo intensamente ogni giorno, sperando che sia sempre un crescendo sia nello sport sia nella vita privata.