Una grande manifestazione che ha confermato la forza della FIKTA, dei suoi maestri e dei suoi allievi.
Tutte le foto nell’album della pagina Facebook Karatedomagazine
La 51ª edizione della Coppa Shotokan si è disputata nel pomeriggio di sabato 7 dicembre 2019 a Torri di Quartesolo, in provincia di Vicenza. Per l’occasione la gara, organizzata dal Maestro Antonio Tosetto, è ritornata allo spirito originario anche per merito del Maestro Ofelio Michielan, supervisore dell’evento, che ha abolito l’assurda divisione tra categoria normale e “master”. Il maestro ci ha infatti dichiarato: “Con che spirito il quinto classificato della gara poteva ritenersi vincitore della Coppa Shotokan? Meglio una competizione più numerosa, ma con un solo vincitore”.
Si sono avuti così solo quattro vincitori individuali, due per il kata e due per il kumite, e quattro a squadre, con lo stesso criterio. Anche ai più nostalgici sembra impraticabile la strada che riporti a un unico vincitore, quale fu nella seconda edizione Giuseppe Perlati, premiato per la ricorrenza dal Maestro Shirai. Uomini e donne, kata e kumite, individualità e squadre godono di uguale dignità nel karate tradizionale di oggi.
Uomini e donne, kata e kumite, individualità e squadre godono di uguale dignità nel karate tradizionale di oggi.
Il successo della nuova formula è stato confermato da un eccezionale afflusso di pubblico, a stento contenuto dalla struttura del palazzetto, e sicuramente favorito da un’ottima organizzazione, che ha consentito la disputa delle eliminatorie di kata addirittura in anticipo sull’orario prestabilito, con rammarico del cronista che si è perso le qualificazioni maschili di kata.
Shobu ippon (al meglio dei tre incontri) nel kumite e tokui kata in finale sono a nostro avviso le soluzioni migliori per riavvicinare il grande pubblico alle gare di karate. Meglio se vi sono anche dimostrazioni brevi e convincenti, come quelle allestite dal comitato veneto in avvio di serata.
La fase finale è stata infatti preceduta da una dimostrazione di bambini della provincia di Vicenza, che hanno eseguito coralmente il kata Taikyoku shodan, con gli occasionali errori ed esitazioni, ma dando prova di precisione, grinta ed entusiasmo.
È seguita una dimostrazione del kihon per primo Dan e della sua applicazione a opera delle cinture nere, poi il maestro Ofelio Michielan si è gagliardamente difeso contro quattro avversari.
La dimostrazione si è conclusa con un Tekki shodan eseguito contemporaneamente da diversi gruppi in versione omote e ura, ed è stato infine applicato in linea con una interpretazione molto personale e convincente che ha suscitato l’entusiasmo del pubblico. Dopo la premiazione di Giuseppe Perlati da parte del Maestro Shirai e la presentazione della squadra nazionale che ha recentemente così ben figurato ai campionati europei Eska, si è passati alla fase finale delle competizioni.
La gara di kata ci ha portato delle conferme, come quelle della lombarda Giulia Gabrieli (vincitrice dell’anno scorso), il cui nitidissimo Gojushiho-sho ha prevalso di un soffio sul vibrante Unsu della toscana Annalisa Casini, compagna di nazionale.
Più staccato il Gojushiho-dai di Martina Tommasi (Triveneto, seconda nel 2018). Dopo di loro, nell’ordine, Carlotta Prete, Alessandra Lazzarin (brava, ma troppo frettolosa nel suo Sochin), la toscana Francesca Re, Beatrice Marmiroli (promettente, ma ancora acerbo il suo Unsu) e Asia Viviani. Apprezzabile la varietà dei kata messa in evidenza dalle finaliste.
La gara maschile è stata nettamente vinta dal lombardo Francesco Federico con Unsu. Un atleta in grande crescita che si è preso la rivincita dell’anno scorso sul veterano Nicola Bianchi, secondo con lo stesso kata. Terzo il poliedrico Giovanni Guidetti con lo stesso kata, quarto Massimiliano Rodorigo con Gojushiho-sho. In questo caso l’uniformità di scelta dei contendenti ha messo gli arbitri nelle migliori condizioni possibili per stilare una graduatoria e non posso che concordare con le loro decisioni.
Nel kata a squadre maschile limpida vittoria della Lombardia con Kankusho, davanti alla Toscana e all’Emilia che hanno entrambe eseguito Unsu. Kankusho è un kata ingiustamente sottovalutato, adattissimo alle gare a squadre per le doti atletiche e la sincronia che richiede la sua esecuzione in gruppo.
Tra le donne il duello Toscana–Lombardia ha portato a un risultato capovolto, con un eccellente Gojushiho-sho della Toscana che ha prevalso su un potente, ma meno artistico Sochin, della Lombardia, kata forse meno adatto per una squadra femminile (ma qui mi attirerò tutti i fulmini delle karateka femministe…). Terza l’Emilia con un buon Unsu.
Kankusho è un kata ingiustamente sottovalutato, adattissimo alle gare a squadre per le doti atletiche e la sincronia.
Per azzardare un giudizio complessivo sul kata, mi sembra che il livello generale sia cresciuto e di parecchio, ma che non sia ancora comparso un fuoriclasse del livello di quelli che hanno dominato la scena europea e mondiale nei decenni passati.
A differenza del kata, il kumite ci ha riservato parecchie sorprese. I principali protagonisti degli europei ESKA appena disputati sono tutti stati eliminati per squalifica o per sconfitta: tra questi ho potuto vedere in azione Tinelli, Pretta, Cuscona, tutti talentuosi e “scafati”, ma non in giornata per motivi diversi.
L’eccessiva foga agonistica ha poi prodotto incidenti in numero superiore a ogni previsione ragionevole: ad esempio, un singolo incontro della semifinale a squadre fra Piemonte e Toscana è stato interrotto ben cinque volte per intervento medico! A nostro giudizio non sarebbe stata fuori luogo una squalifica di entrambi i contendenti, anche come esempio per gli altri. A questo riguardo, va anche osservato che i guantini non sono un miracoloso rimedio contro gli incidenti: falsano il senso della distanza e richiederebbero un uso regolare in allenamento per abituarvisi.
Per quello che riguarda le strategie messe in campo, mi sembra che la maggior parte dei combattenti della Fikta sia ancora in mezzo al guado, tra un kumite shotokan duro e puro di soli kizamizuki e gyakuzuki e una forma ibrida con schivate, tanto movimento, qualche calcio e parecchia confusione, in emulazione delle gare della WKF. Pochi i kumite nitidi con tecniche ineccepibili.
Gli arbitri hanno fatto del loro meglio, anche se in alcune occasioni i loro conciliaboli sono apparsi eccessivamente prolissi e hanno spezzato il ritmo del kumite. Meno autorevoli del solito gli arbitri centrali, che qualche volta potrebbero e forse dovrebbero assumersi la responsabilità di una decisione autonoma.
Lo spirito di gruppo è stata un’altra caratteristica apprezzabile di questa Coppa Shotokan. Atleti che avevano combattuto male e deconcentrati nella gara individuale si sono riscattati diventando decisivi nella competizione a squadre. È il caso della Lombardia che ha seccamente sconfitto per 5 a 0 il Piemonte nella gara maschile a squadre, mentre nell’individuale il piemontese Marco Babbini ha battuto alla meglio dei tre incontri l’emiliano Giovanni Guidetti, vincendo il primo per ippon, il secondo per squalifica dell’avversario e rendendo inutile la disputa del terzo.
Giovanni Guidetti, secondo nel kumite e terzo nel kata, sarebbe il vincitore ideale di una “combinata” che premiasse, nello spirito dei tempi passati, il migliore atleta in grado di gareggiare in entrambe le specialità.
I guantini non sono un miracoloso rimedio contro gli incidenti: falsano il senso della distanza…
Lo spirito di gruppo è emerso anche nella gara femminile, dove il Veneto ha battuto 2 a 1 la Toscana, mentre Francesca Re, dello Zoshikan Montecatini, ha prevalso in finale sulla pugliese Vittoria Gallo. La Toscana è una delle regioni italiane dove gli atleti e le atlete della Fikta gareggiano regolarmente sia nel kata sia nel kumite e Francesca Re, tra l’altro nazionale di kata e sesta in questa specialità nella gara a Vicenza, meriterebbe come Guidetti il titolo di campionessa assoluta.
Un’ultima nota: l’intera manifestazione è stata dominata dalla vigile presenza del Maestro Hiroshi Shirai, attento osservatore e prontissimo a intervenire in occasione del kumite a squadre per allontanare dal tatami due maestri troppo zelanti nel sostenere i propri atleti, col rischio di condizionare in qualche modo l’operato degli arbitri.
In conclusione, la 51° Coppa Shotokan è stata una grande manifestazione che ha confermato la forza della Fikta, dei suoi maestri e dei suoi allievi, e una difficile sfida per gli organizzatori futuri.
RISULTATI
KATA INDIVIDUALE FEMMINILE
1° Giulia Gabrieli (Lombardia), 2° Annalisa Casini (Toscana), 3° Martina Tommasi (Veneto), 4° Carlotta Prete (Lombardia)
KATA INDIVIDUALE MASCHILE
1° Francesco Federico (Lombardia), 2° Nicola Bianchi (Toscana), 3° Giovanni Guidetti (Emilia-Romagna), 4° Massimiliano Rodorigo (Lombardia)
KUMITE INDIVIDUALE FEMMINILE
1° Francesca Re (Toscana), 2° Vittoria Gallo (Puglia), 3° Beatrice Anghel (Piemonte), 3° Matilde Peli (Emilia Romagna)
KUMITE INDIVIDUALE MASCHILE
1° Marco Babbini (Piemonte), 2° Giovanni Guidetti (Emilia Romagna), 3° Kevin Ghiozzi (Emilia Romagna), 3° Matteo Cuscona (Lombardia)
KATA A SQUADRE FEMMINILE
1° Toscana (Casini-Re-Lucetti), 2° Lombardia (Prete-Lazzarin-Rocchetti), 3° Emilia Romagna (Curcio-Marmiroli-Formentini), 4° Triveneto (Tommasi-Viviani-Frare)
KATA A SQUADRE MASCHILE
1° Lombardia (Rocchetti-Prin Clari-Cantù), 2° Toscana (Bianchi-Bertolucci-Bindi), 3° Emilia Romagna (Guidetti-Ghiozzi-Davoli), 4° Piemonte (Giordano-Emanuele-Babbini)
KUMITE A SQUADRE FEMMINILE
1° Triveneto, 2° Toscana, 3°Emilia Romagna, 3° Piemonte
KUMITE A SQUADRE MASCHILE
1° Lombardia, 2° Piemonte, 3° Emilia Romagna, 3° Toscana