17-18 marzo 2018 All’insegna del Tradizionale lo stage di aggiornamento per i Tecnici della Fikta a Fidenza (PR).
L’importanza della base, fra tradizione e competizione, con strategia e preparazione atletica in primo piano. Due facce della stessa medaglia, quella del karate tradizionale, ma che sono una agli antipodi dell’altra.
Due giorni all’insegna del karate tradizionale, con studio e pratica di kihon, kumite e kata, sabato 17 e domenica 18 marzo al palasport di Fidenza (PR).
Ed ecco, istruttori e maestri, per due giorni alla corte di Sensei Hiroshi Shirai che ha dispensato un enorme bagaglio tecnico da sedimentare, meditare, applicare e mettere in pratica nelle proprie palestre al ritorno dallo stage nazionale di aggiornamento tecnico, formando i formatori.
Ma andiamo con ordine.
Il M° Nishimura ha illustrato in maniera chiara e precisa qual è la base tecnica del combattimento per vincere nella competizione
Si inizia al sabato mattina con il M° Seiji Nishimura, invitato appositamente dal Giappone da Sensei Shirai, che ha dedicato uno speciale allenamento agli atleti azzurrabili, la nazionale A, gli allenatori degli Csak e i tecnici che volevano partecipare, con la traduzione del M° Shuhei Matsuyama.
“Durante la sessione mattutina – sottolinea il M° Silvio Campari, allenatore della nazionale di kumite, coadiuvato nella traduzione dal M° Matsuyama – il M° Nishimura ha illustrato in maniera chiara e precisa qual è la base tecnica del combattimento per vincere nella competizione, proponendo, dall’alto della sua esperienza, un allenamento fisico e tecnico in vista dell’appuntamento con le Olimpiadi di Tokyo 2020 dove è già impegnato a preparare la squadra delle scuole medie giapponesi, visto che fa anche parte del comitato di lavoro e di supporto per il karate olimpico. Molti gli apprezzamenti che sono stati fatti ai ragazzi della squadra nazionale maggiore, con gli atleti azzurrabili e i tecnici regionali degli Csak che si sono dimostrati molto interessati”.
Molto importante, dal punto di vista di Sensei Nishimura, la preparazione mentale dell’atleta che l’istruttore stesso deve saper trasmettere all’atleta per ottenere un buon rapporto di comunicazione fra insegnante e allievo che, a sua volta, deve migliorare le proprie caratteristiche positive, lavorando sulla preparazione fisica, fino a raggiungere la consapevolezza della bontà del suo lavoro.
“Tutti i ragazzi – conclude il M° Campari – hanno lavorato molto sulla strategia nell’incontro di kumite, ma anche in generale sull’uso dei calci”.
Si continua nel primo pomeriggio con lo stage dei tecnici sotto la guida di Sensei Shirai, con il Maestro che ha iniziato la seduta proponendo tecniche di kihon di base che, messe insieme sia omote che ura, sono diventate una sequenza composta da 108 tecniche con attacchi singoli e doppi, tecniche di pugno, di calcio, di percossa di haito e shuto conditi con contrattacchi multipli su difesa.
“L’attenzione del Maestro – continua il M° Mirko Saffioti, ex atleta della nazionale e pluri campione del mondo che ha dimostrato in centro insieme al suo compagno di squadra di sempre il M° Roberto Mariani, anch’egli pluri medagliato ai mondiali e agli europei – si è prima focalizzata sulla tecnica in generale, sul contrattacco multiplo e poi sui particolari con l’attenzione alla forma, dalla prima parata fino alla fine dell’esercizio. Nella seconda parte della lezione, dopo aver praticato a coppie, ha iniziato a spiegare il kata Tekki Sandan e la sua applicazione, spezzettando sempre le sequenze di tecniche prima del kata e poi le stesse riproposte nell’happo bunkai”.
Occhi puntati, quindi, sulle tecniche di kihon, sempre alla ricerca della perfezione dalla base, quindi, con ritmo ed energia in costante crescita fino a fine allenamento.
Al termine della giornata di pratica, proveniente da Parigi, è intervenuto come di consueto anche il monaco e maestro Mitsutaka Koso, coadiuvato dal M° Shuhei Matsuyama nella traduzione proponendo un’importante lezione filosofica.
L’attenzione del Maestro si è prima focalizzata sulla tecnica in generale, sul contrattacco multiplo e poi sui particolari con attenzione alla forma, dalla prima parata fino alla fine dell’esercizio.
La domenica mattina si apre con l’allenamento diretto da Sensei Shirai con la ripresa delle tecniche di base di kihon studiate nella giornata precedente, ma riproposte in maniera approfondita ed eseguite con quattro avversari e un difensore al centro, nelle quattro e nelle otto direzioni cambiando l’avversario ogni volta.
“Abbiamo messo l’accento sulle tecniche fatte il giorno precedente – conclude Saffioti – evolvendo la dinamica con particolare attenzione alla forma e alla ricerca della perfezione nell’esecuzione della tecnica, ma anche della sua esecuzione. Successivamente abbiamo lavorato sul kata gojushiho sho dividendolo in pezzi e con ogni sequenza, sempre in happo bunkai, con nuove applicazioni diverse da quelle praticate fino ad ora e decisamente illuminati”.
La seconda giornata dello stage tecnici si è chiusa con l’intervento del M° Nishimura che ha posto l’accento sul tema dei calci, nelle diverse distanze, con finte, cambi di direzione, metodologia che maestri e istruttori hanno potuto apprezzare viste le sue doti di atleta poliedrico. Vincitore dei campionati del mondo, il M° Nishimura è stato l’atleta giapponese con il maggior numero di medaglie vinte al suo attivo ed è stato anche allenatore della squadra nipponica dal 1988 al 2004.