04.03.18 A San Giorgio di Piano (BO) il raduno degli azzurrabili Fikta, per cercare nuove leve da inserire nella squadra nazionale.
Una scommessa iniziata già da vecchia data quella della Fikta, che punta sui giovani, sulle nuove leve e sui talenti ancora nascosti. Protagonisti al raduno degli “azzurrabili” che si è svolto a San Giorgio di Piano, in provincia di Bologna, domenica 4 marzo, ragazzi e ragazze, da cadetti a juniores, alla corte dei coach e Maestri Alessandro Cardinale per il kata ed Elio Giacobini per il kumite. Questi ultimi, insieme agli allenatori delle squadre nazionali e Maestri Pasquale Acri e Silvio Campari, hanno selezionato le giovani promesse del karate Shotokan tradizionale della Fikta per prepararle a entrare di ruolo nella nazionale maggiore.
Grinta, determinazione, energia: una ricetta ben studiata quella della Fikta, poiché i talenti, oltre che scoperti, vanno curati e preparati nei minimi dettagli dalla base e fin da giovani. E per prendere parte ai raduni non basta solo la voglia di fare e nulla deve essere lasciato al caso.
È certamente un bel gruppo con individualità di qualità e sono ben preparati.
Ecco allora che i 125 fortunati talenti hanno dato prova delle loro capacità tecniche, acquisite non solo alle gare cui hanno preso parte, ma anche in palestra, forti della preparazione curata dai loro maestri ed istruttori e con le squadre degli Csak, i centri studi agonisti karate di ogni regione, sia nella specialità che in quella del kumite come richiede la scuola del M° Hiroshi Shirai.
“È certamente un bel gruppo – ha sottolineato il M° Elio Giacobini, responsabile del settore kumite – con individualità di qualità e sono ben preparati. Questo significa che anche nelle palestre, con i loro tecnici, stanno lavorando bene e con costanza, così come nei diversi gruppo regionali degli Csak. Ci siamo allenati con un bel numero di ragazzi e ragazze per far crescere un gruppo di giovani volenterosi e di qualità. Sicuramente il raduno degli azzurrabili per queste giovani leve è un trampolino di lancio, dove tutti hanno la possibilità di crescere e di fare bene”.
Anche per il kata l’allenamento si è svolto come da programma.
“Abbiamo visto insieme al M° Pasquale Acri tutti i ragazzi – continua il M° Alessandro Cardinale, allenatore degli azzurrabili del kata – perché volevamo provare chi poteva essere un ‘papabile’ per valutare chi poteva essere pronto le prossime squadre nazionali. Parlando anche con i miei due assistenti, Roberto Mariani e Mirko Saffioti, abbiamo sottolineato come il livello, soprattutto dei nuovi entrati nel gruppo, sia più alto rispetto allo scorso anno. Ci siamo concentrati sull’allenamento dei kata Sentei, in particolare su Kankudai e Jion, proseguendo con i kata superiori Enpi e Sochin per juniores e seniores. Siamo comunque arrivati ad avere, in generale, un buon livello grazie anche alla standardizzazione dei kata che stiamo operando già da diverso tempo, con specifiche indicazioni ai ragazzi di mettere in pratica, anche in palestra, ciò che hanno imparato durante i raduni”.
Sicuramente il raduno degli azzurrabili per queste giovani leve è un trampolino di lancio, dove tutti hanno la possibilità di crescere e di fare bene.
A una delle sue prime interviste importanti, sentiamo la voce di una delle promesse della nazionale giovanile, Asia Viviani, che ha preso parte al raduno degli azzurrabili per guadagnarsi un posto al sole. Giovane, ma già vincente, la Viviani ha al suo attivo la partecipazione al mondiale Wska di Treviso, dove è giunta prima con la squadra di kata femminile insieme a Beatrice Anghel e Beatrice Marmiroli [e seconda nel kata individuale ndr], e la medaglia di bronzo sempre con le compagne Anghel e Marmiroli al campionato europeo Eska in Portogallo a novembre 2017 con la squadra femminile juniores.
Atleta azzurrabile, Asia Viviani appartiene al Ki Dojo di Verona del M° Riccardo Frare e, al Trofeo delle Regioni della Fikta del febbraio scorso ha vinto la medaglia d’argento nel kata femminile juniores ed è giunta al quarto posto nel kata a squadre con le sue compagne dello Csak del Veneto.
“Avevo cinque anni quando ho iniziato a praticare karate – racconta Asia, approdata, quest’anno, alla categoria juniores – e da allora continuo con lo stesso impegno. In quest’ultimo anno ho avuto tante soddisfazioni ed è il terzo anno che partecipo alla selezione degli azzurrabili. Anche se ho due medaglie al collo così importati, quella del mondiale e dell’europeo, mi sento una grande responsabilità addosso e l’esperienza nel gruppo degli azzurrabili ti insegna moltissimo. Abbiamo la fortuna di avere davanti tutti Maestri titolati ed ex campioni che hanno tanta esperienza e che hanno sempre gareggiato e per noi sono un grande punto di riferimento”.
Per quanto riguarda gli azzurrabili del kumite ci sono diverse individualità interessanti, sempre a detta degli allenatori. E diversi sono i ragazzi che al Trofeo delle Regioni si sono distinti nelle loro categorie, come i fratelli Elio ed Emilio Mastrofrancesco, allenati dal M° Sergio Petrilli dell’Hiroshi Shirai di Supino nel Lazio.
E anche il gruppo del kumite sta lavorando parecchio sulla standardizzazione ed ecco perché si comincia sempre con i fondamentali, come è la regola per il nostro karate tradizionale, per farli crescere ed arrivare sempre più in alto non solo dal punto di vista tecnico.
“Sono due gemelli molto ambiziosi – conclude Cinzia Ceneri, assistente del M° Giacobini – ed essendo uguali è stato consigliato loro di gareggiare uno sopra i 65 chilogrammi e l’altro sotto, proprio per avere la possibilità di esprimere entrambi le loro individualità e ambedue sono arrivati in finale: Elio ha vinto l’oro nel kumite maschile speranze + 65 chilogrammi, mentre il fratello Emilio è arrivato secondo nei meno. Sono molto ambiziosi, dicevo prima, e questo è un bene perché li spinge ad allenarsi sempre di più e meglio, ad andare oltre le difficoltà. Insieme a loro, nel gruppo degli azzurrabili di kumite, secondo me si è fatto notare negli ultimi raduni atleti il campano Angelo Galluzzi, un atleta juniores che si è distinto anche nell’ultimo raduno perché molto serio. E anche il gruppo del kumite sta lavorando parecchio sulla standardizzazione ed ecco perché si comincia sempre con i fondamentali, come è la regola per il nostro karate tradizionale, per farli crescere e arrivare sempre più in alto non solo dal punto di vista tecnico”.