Per l’allenatrice della Nazionale cilena tutto cominciò con un film…
Di Susanna Rubatto
In occasione della Conferenza stampa del 15 settembre 2017, tenutasi a Treviso per la presentazione del programma dei Mondiali WSKA, KarateDoMagazine ha avuto modo di conoscere il M° Veronica Mora, allenatrice della squadra del Cile.
La politica inerente il karate in Cile appoggia maggiormente il karate sportivo, con molti sponsor.
Benarrivata Veronica, come mai in occasione dei Mondiali WSKA 2017 la vostra squadra è stata la prima ad arrivare in città e con una settimana d’anticipo sulla gara?
Siamo in anticipo perché per noi l’esperienza più bella resta sempre quella di poter fare degli allenamenti con il M° Ofelio Michielan, nella sua palestra e con i suoi allievi. Stamattina abbiamo già fatto un allenamento alle 6.30.
Poi, anche il campionato è importante, perché ci permette di imparare, in quanto nel nostro paese non vengono organizzate tante gare e siamo lontani da qui, dove ce ne sono di più, perciò per i miei allievi è importante venire. Ma prima di tutto c’è la possibilità di allenarsi e di apprendere col M° Ofelio. Per il futuro, stiamo studiando un modo per avere dei rapporti più ravvicinati, perché le spese per venire noi qui o per fare arrivare il maestro, sono considerevoli ed è difficile… ma ce la facciamo!
Come hai conosciuto il M° Ofelio Michielan?
Io sono venuta per la prima volta in Italia con la squadra cilena in occasione del Mondiale del 1994 dove ho conosciuto un allievo del Maestro, Emanuele Marcon, il quale ci ha ospitati nella sua palestra per allenarci e così siamo venuti in contatto. Da allora è nata un’amicizia e sono ventiquattro anni che loro vengono in Cile o noi veniamo qui a Treviso.
Com’è vissuto il karate in Cile?
Non ci sono molto persone che lo praticano e, inoltre, la maggioranza fa quello sportivo. Perciò, essendoci pochi praticanti del Tradizionale, non vengono organizzate molte gare per noi, così dobbiamo imparare il regolamento dello sportivo e fare quello che possiamo!
La politica inerente il karate in Cile appoggia maggiormente il karate sportivo, con molti sponsor che permettono agli atleti di muoversi e di viaggiare per il mondo. In questo è privilegiata la squadra della capitale Santiago, mentre noi siamo del sud, di Concepción (dove nel 2010 c’è stato il terremoto).
Quanti sono i componenti della vostra squadra?
Siamo due coach con tredici allievi che prenderanno parte al mondiale. Tre di loro sono già stati qui nel 2012 alla Heart Cup, gli altri, che hanno dai 13 ai 15 anni, è la prima volta che vengono a Treviso e partecipano soprattutto per fare esperienza.
Tra kata e kumite direi che siamo più forti nella prima specialità ed è per questo che la palestra del M° Michielan ora è molto preziosa per noi e per gli allenamenti.
Certo, non faremo solo quello, ma approfitteremo anche per visitare questa bella città, i dintorni, Verona, Venezia… Dell’Italia a me piace tutto, la cultura, lo sport, l’amicizia.
Ho conosciuto il karate grazie a un film di Kung fu (che mi è rimasto nel cuore!).
Come hai iniziato il karate e da quanto lo pratichi?
Io pratico da 38 anni, sono nata nel 1963 e lo pratico dal ’78. Ho conosciuto il karate grazie a un film di Kung fu (che mi è rimasto nel cuore!) che mio padre mi portò a vedere: “36ª Camera dello Shaolin” uscito nel ’78. Così, cercai un posto per allenarmi e all’inizio trovai il kung fu che praticai per cinque anni. Dopo, all’epoca degli studi universitari, iniziai il karate. Ora sono Maestro IV dan. Dal 1980 al 2000 sono stata agonista e, essendo pochi i praticanti, mi sono cimentata sia nel kumite sia nel kata, singolarmente e a squadre. Nel ’94, ai mondiali a Treviso, sono arrivata ai quarti di finale nel fukugo.
Della mia vita agonistica ricordo con piacere la parte degli allenamenti, le lunghe serate di pratica, di preparazione alle gare.