Breve panoramica sui blogger più noti del karate.
Com’è emerso dalla nostra precedente intervista, Jesse Enkamp è popolarissimo fra gli appassionati di karate, ma ci sono tanti altri blogger e YouTuber come lui; alcuni addirittura l’hanno preceduto, altri hanno seguito il suo solco. Ognuno porta nei propri spazi la propria esperienza e le proprie idee, confrontandole con fan, praticanti e curiosi.
Nella prima categoria rientra l’inglese Iain Abernethy, specializzato nello studio dei bunkai. Cintura nera 6° Dan, membro della Combat Hall of Fame, Iain scrive per riviste d’arti marziali – oltre a gestire svariati canali social. Molto apprezzati sono i DVD, che autoproduce, e i suoi libri. Per presentarli e per tenere i suoi corsi è diventato un eterno giramondo. La sua casa “virtuale” è questa.
Abernethy e Mc Carthy, come Enkamp del resto, sono stati più volte accusati dai puristi di essere prevalentemente uomini di marketing. Per chi fosse interessato, riportiamo il link a un articolo del blogger Tashi.
Patrick Mc Carthy, canadese, è un altro nome noto: 9° Dan, studioso dei pionieri del karate moderno, esperto marzialista a tutto tondo, spada giapponese compresa. Ha vissuto e investigato in Estremo Oriente per circa 10 anni. Curiosità: è il primo maestro ad aver ottenuto una cattedra universitaria per la formazione di insegnanti d’alto livello, su incarico della Federazione Australiana. Spesso e volentieri viene anche in Italia, a portare dal vivo il frutto delle sue ricerche, condensate qui, oltre che sui social media più diffusi.
Entrambi, come Enkamp del resto, sono stati più volte accusati dai puristi di essere prevalentemente uomini di marketing. Per chi fosse interessato, riportiamo il link a un articolo del blogger Tashi, dove troviamo la risposta di Jesse Enkamp a questa annosa questione.
Vi anticipiamo solo che Enkamp etichetta i suoi critici come perdenti e inutilmente arrabbiati: della serie “ciao ‘nvidiosi” alla Gigi Proietti.
Proseguiamo con quello che l’influente Bookmartialarts.com segnala fra i blog in circolazione, opera di Andrè Bertel, praticante di Shotokan tradizionale.
Andrè, neozelandese di nascita, è un coach che lavora a Oita, Giappone. Componente della Japan Karate Association, viaggia molto; nel 2016 ha tenuto seminari pure nel nostro Paese.
Il suo è un blog prevalentemente dedicato alla formazione. Il Karate-Do diventa per lui un veicolo incisivo per lo sviluppo olistico della persona, più di ogni altra disciplina. Il suo principio base è che la motivazione psicologica è fondamentale, ben oltre il talento naturale, ai fini della riuscita; il difficile è alimentarla e mantenerla.
Bertel si è dato una missione: quella di difendere lo spirito originale dell’arte di Okinawa che trova estremamente compromesso in Occidente. Egli è un sostenitore della semplificazione dei kihon, per beneficiare della loro efficacia in situazioni di vita reale, come l’utilizzo per autodifesa. Per contro, detesta l’adozione di pratiche tradizionali soltanto per amore dell’estetica.
Sempre a proposito di blog educativi, menzioniamo volentieri ‘Mastery Martial arts’, citato dalla stessa fonte e curato da un gruppo di maestri di karate statunitensi. Si occupa soprattutto di bambini e della loro crescita personale; di come il karate può formare il carattere, infondere la giusta dose di disciplina e agevolare i genitori nel loro meraviglioso ma gravoso compito di seguire i figli. Non viene più aggiornato; d’altronde gli argomenti dei post, reperibili anche in Google +, non hanno certo scadenza.
Dagli ‘esperti’, passiamo a una quasi-principiante, il cui blog è raccomandato dal sito Way Of Ninja. Si chiama Joelle White che, dopo 27 anni di stop, ha deciso di riprendere a frequentare un dojo per rispondere alla sfida congiunta della sua figliola e del maestro di lei.
La White racconta in una sorta di diario le sue vicende e il suo ininterrotto dialogo interiore che rivela dubbi e perplessità. Infatti, è convinta che le sue riflessioni possano aiutare chi vorrebbe iniziare a praticare karate, ma è per certi versi bloccato. Non mancano aneddoti sugli allenamenti e sulle sue gare, conditi da un sottile senso dell’umorismo, cifra caratteristica della sua scrittura. Joelle a sua volta ci lancia una sfida: quella di prendere ogni giorno come se fosse una lezione d’arti marziali. Potete incontrarla qui.
– Spiace dirlo, ma la White sembra essere l’unica donna karateka presente e stimata sul web, almeno ai massimi livelli. –
Noah Legel ha battezzato esplicitamente il suo blog ‘Karate Obsession’. Originario degli Stati Uniti, il suo primo approccio col karate è avvenuto abbastanza tardi, nonostante fin da bambino fosse appassionato di armi e cultura dei guerrieri orientali. Oggi si interessa di ricerca storica e dell’analisi tecnica dei bunkai. I risultati dei suoi sforzi li trovate a questo indirizzo. Noah è presente nella classifica dei migliori blog di arti marziali stilata da Feedspot.com, che prende in esame criteri quali reputazione nel web, popolarità nei social media, qualità e coerenza dei post.
Poteva mancare un salto nel Bel Paese? “La lavandaia di Kyoto” è un account dietro il quale si cela un praticante e fan dello stile Shotokan.
Ikigaiway.com propone soprattutto recensioni librarie, interviste ad atleti e maestri, e uno speciale negozio in cui si acquistano e-book e prodotti non virtuali, dalle cartoline all’abbigliamento ai gadget per il karate e per varie arti marziali. Pure qui troviamo diverse ricostruzioni storiche, per esempio su come alcuni soldati USA hanno scoperto la via del karate attraverso il conflitto in Vietnam.
Per concludere questa breve e non esaustiva panoramica, poteva mancare un salto nel Bel Paese?
La lavandaia di Kyoto è un account dietro il quale si cela un praticante e fan dello stile Shotokan. Col linguaggio elegante che ci si aspetterebbe da una misteriosa nobildonna giapponese di qualche secolo fa, ci narra delle soddisfazioni Zen che si raggiungono sconfiggendo le macchie incredibilmente tenaci che si accaniscono sulle divise di antichi samurai e karateka moderni…