10-11 febbraio 2017 – Il Karate risponde alle problematiche legate all’autostima, al bullismo, alla qualità della vita, alla salute?
Il 3° Seminario scientifico, che si è svolto a meno di tre settimane da quello di gennaio, ci ha consentito di apprendere e approfondire aspetti molto pratici e strettamente legati alla nostra disciplina. Gli argomenti, di alto contenuto scientifico e studiati appositamente per le arti marziali e in particolare per il Karate, sono di grande importanza per un aspirante Istruttore/Maestro.
Nel pomeriggio di venerdì 10 febbraio, presso l’aula Magna “Alberto Miani” del dipartimento di Scienze Biomediche per la salute, è stato affrontato il tema “traumatologia” attraverso la trattazione delle definizioni, delle diagnosi e quindi delle terapie che riguardano le differenti tipologie di lesioni.
L’attività fisica, aumentando il volume e la velocità del flusso sanguigno al cervello, incrementa e facilita l’ossigenazione delle aree cerebrali migliorando le funzioni cognitive e la neuroplasticità.
Contusioni, distorsioni, lussazioni, fratture
- La contusione è una lesione traumatica prodotta dalla violenta compressione di un agente esterno sulla superficie del corpo, oppure dall’urto del corpo spinto contro un ostacolo.
- La distorsione determina una perdita temporanea e parziale di rapporti articolari a causa di stiramenti e/o lacerazioni dell’apparato capsulo-legamentoso provocate da movimenti che portano i capi articolari al di là dei loro limiti fisiologici.
- La lussazione è la perdita completa e permanente dei rapporti articolari tra i capi ossei di un’articolazione. La lussazione è detta completa se la perdita dei rapporti fra le due superfici è totale, quando invece resta un contatto parziale, si parla di lussazione incompleta o di sublussazione. L’articolazione più soggetta a instabilità è la spalla, infatti il 4% della popolazione ha avuto una lussazione a questa complessa articolazione.
- La frattura è un’interruzione della continuità dell’osso.
Nel tardo pomeriggio sono poi stati trattati ulteriori argomenti inerenti la traumatologia e nello specifico le articolazioni dell’anca, del piede e della caviglia con la Prof.ssa Chiara Fossati.
“Se fossimo in grado di fornire a ciascuno la giusta dose di nutrimento e di esercizio fisico, né in eccesso e né in difetto, avremmo trovato la strada per la salute”.
A partire da questa saggia affermazione abbiamo assistito, con notevole interesse e partecipazione, alla lezione di “Nutrizione” condotta dalla Dott.ssa Lorenzini, ricercatrice nel settore delle Scienze tecniche dietetiche applicate e specializzata in Scienze dell’Alimentazione. L’incontro è stato caratterizzato da un ampio excursus sui nutrienti, nonché sull’importante ruolo che rivestono la “composizione corporea” e il “bilancio energetico” ossia il rapporto tra assunzione di cibo e consumo energetico. A tal proposito è stata approfondita la funzione energetica degli alimenti (carburante dell’organismo) caratterizzati dal cosiddetto Valore Nutrizionale, il quale descrive la quantità di carboidrati, proteine e grassi che compongono un determinato alimento. Questo ci permette di valutare ciò che viene fornito al nostro organismo, oltre l’energia, tenendo sempre presente che “lo stato di nutrizione influenza la funzionalità corporea e quindi lo stato di salute”.
Il metabolismo
Per stabilire il giusto fabbisogno energetico giornaliero è necessario valutare il metabolismo, ovvero l’insieme dei processi biochimici ed energetici che si svolgono all’interno del nostro organismo; tali reazioni hanno lo scopo di estrarre ed elaborare l’energia racchiusa negli alimenti, per poi destinarla al soddisfacimento delle richieste energetiche e strutturali delle cellule. In modo particolare si è parlato del Metabolismo Basale, che determina il consumo energetico minimo di base necessario per sostenere le funzioni vitali e consente all’organismo di sopravvivere. Esso è molto condizionato dallo stato di salute del soggetto, infatti, un processo infiammatorio, come quello che si può manifestare per esempio con la comparsa della febbre, ne determina un incremento, in quanto l’organismo richiede più energia per ripristinare lo stato di salute.
Oltretutto, il metabolismo è influenzato da elementi non modificabili quali l’età, il genere (maschi e femmine) e da elementi modificabili come la massa corporea. La massa grassa consuma meno energia rispetto alla massa magra per cui, a parità di peso, un uomo grasso avrà un metabolismo basale più basso rispetto a un culturista (il quale possiede una maggiore massa magra). Per questo motivo il solo incremento della massa muscolare determina un aumento del consumo energetico.
Analizzando gli effetti che l’attività motoria produce possiamo riscontrare che: attraverso una corretta alimentazione, ma senza il supporto di un’adeguata attività fisica, non è possibile raggiungere un’effettiva condizione di benessere.
L’attività motoria innesca importanti processi come:
- Condizione di stabilità del livello di glucosio circolante e quindi della glicemia.
- Sensibilità insulinica (l’organismo regola meglio la produzione di insulina).
Questo comporta, a lungo termine, un effettivo “calo ponderale” a carico della massa grassa. La sola dieta per perdere peso potrebbe innescare il meccanismo che causa l’inutile perdita di massa magra (atrofia muscolare).
La sola dieta per perdere peso potrebbe innescare il meccanismo che causa l’inutile perdita di massa magra (atrofia muscolare).
Didattica e Phisical Literacy
La “didattica” nelle discipline marziali e di combattimento, nonché i concetti di Phisical Literacy sono stati trattati domenica 12 febbraio.
La didattica è una materia che qualunque insegnante deve conoscere scrupolosamente, in quanto si occupa di come rendere efficaci i contenuti dell’insegnamento.
Quando si parla di educazione motoria ci si riferisce a un concetto ampio in cui l’attività svolta non mira solamente allo sviluppo muscolo-scheletrico, fattore di primaria importanza nell’educazione fisica, ma anche a una crescita completa del soggetto (importantissima se in giovane età), in grado di garantire il miglioramento di altre capacità come quelle psico-intellettive e socio-relazionali.
Questo significa che l’educazione motoria deve essere considerata co-essenziale e co-disciplinare alla formazione di ogni essere umano.
Il problema più grande che deve essere affrontato nell’ambito dell’alfabetizzazione fisica è come trasformare la disciplina in “cultura del movimento”, tenendo conto che la “nostra cultura” è tanto più valida quanto più risponde alle problematiche sociali. Per esempio possiamo chiederci: “Il Karate risponde alle problematiche legate all’autostima, al bullismo, alla qualità della vita, alla salute?” Per poter rispondere a questa domanda dobbiamo tener presente quali sono gli effetti di un’attività motoria sul corpo umano. Attraverso studi e ricerche fatte nel settore possiamo dire che nel cervello riveste primaria importanza l’afflusso di sangue, infatti “un lavoro di resistenza che fa affluire più sangue al sistema nervoso centrale e quindi anche al cervello, migliora le capacità cerebrali“.
L’attività fisica, aumentando il volume e la velocità del flusso sanguigno al cervello, incrementa e facilita l’ossigenazione delle aree cerebrali migliorando le funzioni cognitive e la neuroplasticità. Gli studi riportano, quindi, che un miglioramento delle capacità aerobiche determina un miglioramento delle acquisizioni matematiche; il miglioramento delle capacità attentive, spaziali e coordinative migliorano le capacità di lettura (cosa molto importante per i bambini piccoli). Con l’attività motoria possiamo agire, quindi, non solo sul miglioramento della performance fisica, ma anche sulle funzioni cognitive.
Il Karate – Attività aerobica, di potenza e controllo
Il Karate si configura come un attività completa e integrata dove ritroviamo non solo un lavoro di tipo aerobico, ma anche di potenza e di controllo; questo rafforza la sua caratteristica di attività completa se consideriamo che “potenza e controllo” influiscono in modo determinante sul sistema nervoso centrale. La pratica di Kata, Kihon e Kumite consente di svolgere un’attività diversificata e particolarmente educativa che l’insegnante deve saper utilizzare con professionalità e consapevolezza.
Le arti marziali e nello specifico le tecniche di Karate consentono lo sviluppo e il miglioramento delle capacità attentive. Lo sviluppo di queste capacità riveste un ruolo sociale importantissimo, infatti, le ritroviamo in tante situazioni della vita sociale: a scuola quando ci si trova ad ascoltare una lezione; nel proprio ambiente di lavoro; quando dobbiamo prestare attenzione alla guida di un’auto o di una semplice bicicletta.
Vari studi confermano che allenare l’attenzione diminuisce il rischio di incidenti (cadute accidentali, urti a causa di movimenti incontrollati ecc.).
Un efficace allenamento delle capacità attentive viene svolto durante l’esecuzione del Kihon Ippon.
Memoria di lavoro e Multitasking
La memoria di lavoro è un ulteriore importante tema che va considerato e approfondito. Nella vita sociale, ricordarsi le cose da fare, il saper gestire le numerose attività da svolgere, sono aspetti fondamentali per evitare penalizzanti dimenticanze che potrebbero generare confusione e disagi. Questa importante attività di memoria viene sviluppata nell’esecuzione dei Kata. Inoltre, attraverso la pratica del Kumite si agisce su sviluppo e potenziamento della plasticità e della flessibilità mentale per lavorare in multitasking (svolgere contemporaneamente più cose e prendere decisioni velocemente). Precisione spaziale, precisione esecutiva, armonia del movimento, fluidità del movimento, resistenza e forza, sono tutti aspetti che ritroviamo nella nostra disciplina e che vengono appresi attraverso la pratica del Karate.
Sentire, provare, percepire, ma senza una percezione differenziata nessuna attività motoria risulta ottimale.
Ruolo sociale del Karate
Il ruolo sociale che riveste la disciplina del Karate risulta pertanto ineccepibile. Sulla base degli studi e delle ricerche analizzate, essa risponde alle problematiche sociali in quanto è in grado di migliorare tutti quegli aspetti legati alla salute fisica e al miglioramento delle capacità cognitive, divenendo un potente mezzo per acquisire un corretto e sano stile di vita, sia fisico sia mentale. Le arti marziali possono essere efficaci per giovani a rischio bullismo e aggressività grazie allo sviluppo dell’autocontrollo e del senso del rispetto. A tal proposito, sono stati riscontrati effetti positivi in ragazzi con problematiche famigliari e con alto rischio di violenza. Attraverso la pratica di un’attività sportiva il rendimento scolastico e lavorativo subisce un notevole miglioramento. I recenti studi hanno smentito le vecchie credenze che consideravano capacità motorie e capacità intellettive come entità totalmente separate.
I risultati dimostrano che un ruolo importante nell’insegnamento delle arti marziali è dato dall’ambiente in cui vengono apprese, dall’insegnante e dalla sua metodologia.
La pratica di Kata, Kihon e Kumite consente di svolgere un’attività diversificata e particolarmente educativa che l’insegnante deve saper utilizzare con professionalità e consapevolezza.
Aspetti peculiari del Karate
Gli aspetti peculiari che caratterizzano il Karate risultano essere molto educativi. Il saluto che viene svolto all’inizio e alla fine di un allenamento è importante e affascinante, soprattutto per i più giovani, in quanto riprende antichi cerimoniali praticati dai Samurai.
Fare attività controllando le tecniche di pugno consente di osservare il principio della “incolumità altrui”. Il cambio di cinture consente di rendere l’attività più stimolante, ma diviene anche uno strumento di autovalutazione dei propri progressi.
Forti di tutti gli aspetti scientifici appresi in questo seminario, possiamo migliorare notevolmente la nostra pratica e la cultura che esiste in questa favolosa disciplina. Bisogna cercare di valorizzare e tener presente tutti gli effetti positivi che si riscontrano. Tramite le proprie conoscenze, la propria preparazione, la propria creatività, nonché attraverso l’impiego di adeguate strategie di allenamento, si può rendere entusiasmante l’attività svolta affinché le grandi potenzialità del Karate possano essere sfruttate al meglio per farla diventare il più possibile, educativa, socialmente utile e soprattutto “polivalente”.
Qui il resoconto degli altri incontri.