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La lampada di Aladino

La lampada di Aladino

La rilettura della “Lampada di Aladino” da un punto di vista che possa essere utile per un praticante di karate.

Voglio proporre la lettura della “Lampada di Aladino” da un punto di vista diverso, in particolare dandone un’interpretazione che possa essere utile per un praticante di karate.
In breve, questo racconto di origine araba dice che se la lampada viene sfregata esce un genio al quale possono essere espressi 3 desideri che egli esaudirà.
Per tanto tempo ho pensato che, essendo la cultura araba una cultura vasta, potesse essere data al racconto un’interpretazione più profonda, meno banale, di quella apparente.

Ecco la mia proposta.
Se immagino che la lampada rappresenti sia il mio corpo sia la mia mente, allora significa che pulendola ogni giorno, con cura, e puntando sempre alla bellezza e alla positività, posso arrivare a renderla splendente.
L’impegno quotidiano può anche richiedere mesi e anni, ma all’improvviso esce il “genio”, che altro non è se non noi stessi.

A questo punto diventa chiaro che i desideri che possiamo chiedere a noi stessi non sono tanti. Il numero 3 è indicativo per dire che non devono essere “capricci superficiali”, ma “passioni profonde” alle quali dedicare la nostra esistenza.
Se la passione è profonda, allora il desiderio sarà esaudito, al contrario, se sarà un semplice capriccio, continueremo a vagare alla ricerca di qualcosa che non si realizzerà mai.

 

Scrivete a:
perlati@karatedomagazine.com

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