Amore per la Calabria e passione verso i giovani atleti.
(In KarateDo n. 39 lug-ago-set 2015)
Maestro, dove e quando è nato?
Sono nato il 20 settembre 1956 a San Lorenzo Bellizzi, un piccolo paesino in provincia di Cosenza, attualmente composto da circa 800 abitanti: all’inizio del 1900 ne contava molti di più, ma poi si sono ridotti per l’effetto dell’emigrazione verso il Nord Italia, l’Europa, il Sud e il Nord America.
Che cosa ci racconta della Sua regione?
La Calabria è una bellissima regione, circondata per tre lati dal mare (lo Jonio a Est e a Sud, il Tirreno a Ovest). Tutto il territorio è attraversato da montagne ricche di boschi e alberi altissimi, per cui in pochi chilometri si passa da una località di mare, piuttosto pianeggiante, a una località montana.
Penso che rivestire il ruolo di Presidente in Calabria sia un onore e un piacere: siamo una bella realtà, una quindicina di società concentrate nelle Province di Catanzaro e Cosenza.
Che cosa ci racconta della sua famiglia?
Sono sposato dal 1983 con Marisa Ciliberti, con la quale ho avuto due figli: la primogenita si chiama Maria Teresa, ha studiato a Roma, dove lavora come Ingegnere Bio-Medico, il secondo si chiama Antonio e studia medicina alla Sapienza di Roma. Il perno della mia famiglia è sempre stata ed è tuttora mia moglie. È lei che si è sempre occupata di gestire la nostra casa.
Quali studi ha fatto?
Ho conseguito la qualifica di Congegnatore Meccanico presso l’Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato di Castrovillari.
Che lavoro svolge?
Sono stato Operatore della Polizia di Stato, ove ho svolto tutte le attività di Istituto, in particolare l’attività investigativa con la qualifica di Ufficiale di Polizia Giudiziaria.
Quando ha iniziato la pratica del karate?
Ho iniziato a praticare il karate nel 1975 a Maranello (MO), con un allievo del M° Baccari. Dopo alcuni mesi sono entrato nella Polizia di Stato e ho interrotto la pratica per circa quattro anni. In seguito al mio rientro in Calabria, ho ripreso ad allenarmi con il M° Dino Gagliardi che, attualmente, è Presidente Provinciale dello CSEN e pratica karate sportivo. Dal 1992 sono entrato a far parte della FIKTA e da allora seguo il M° Perlati, Commissario Federale per la Calabria, e Sensei Shirai.
Quando ha conseguito il grado di cintura nera 1° Dan? Che cosa si ricorda di quel momento?
Sono passati molti anni, ma ricordo che è stato come aver scalato una montagna e aver poi raggiunto una meta.
Che cosa l’ha motivata a diventare un Maestro di karate?
La passione e l’amore di dare agli altri (soprattutto ai bambini) qualcosa che li aiutasse a diventare grandi, a superare le difficoltà della vita e a essere pronti per affrontare ogni avversità.
Che rapporto ha con i suoi allievi?
Molto bello, oserei dire di “padre e figlio”.
Che significato ha per Lei rivestire il ruolo di Presidente del Comitato Regionale Calabria all’interno della FIKTA?
Penso che rivestire il ruolo di Presidente in Calabria sia un onore e un piacere: siamo una bella realtà, una quindicina di società concentrate nelle Province di Catanzaro e Cosenza.
Qual è l’attuale stato di diffusione del karate in Calabria? Quali sono gli ostacoli e le difficoltà più grandi?
Posso affermare che in Calabria il karate è molto diffuso, oserei dire che esiste un dojo per ogni paese. Gli ostacoli, purtroppo, sono le distanze tra una sede e l’altra della regione, la carenza di strutture idonee per organizzare eventuali manifestazioni e l’emigrazione dei giovani: i ragazzi, infatti, a 19 anni lasciano il paese per raggiungere le grandi città, alla ricerca di un lavoro o per frequentare l’Università. Per questo motivo, nelle nostre palestre, la maggior parte dei giovani si ferma a cintura marrone, pochi arrivano sino al grado di I Dan e pochissimi continuano sino al II Dan.
La Federazione dovrebbe dare ai giovani la possibilità di partecipare a più competizioni Nazionali, trovando il modo di ridurre il costo economico. Per esempio, organizzando più attività nel Centro Sud Italia, come il Campionato Centro Sud.
In quale modo la FIKTA contribuisce allo sviluppo e alla diffusione del karate in Calabria?
La FIKTA in Calabria è una bellissima realtà. Nel 1990 vi erano pochissime società, tutte concentrate nella Provincia di Catanzaro. Poi, con l’arrivo di Sensei Shirai, due volte all’anno, e dei Maestri Perlati, Vignoli e Cacciatore, nel giro di poco tempo si è formato un gruppo numeroso di praticanti che, attualmente, è costituito da circa 15 società e 600 persone. Negli ultimi tre anni, inoltre, la Calabria ha conseguito ottimi risultati agonistici, grazie all’arrivo del M° Silvio Campari che dirige magistralmente, in collaborazione ai Tecnici regionali Bonfilio Isidoro (per il Kumite) e Ruscelli Antonio (per il Kata), il Corso Regionale agonistico.
I giovani agonisti della Calabria si sono distinti nell’ambito di molte competizioni nazionali, crede che i giovani siano una riserva preziosa per il futuro del karate in questa regione?
Sì certamente, i giovani sono la linfa vitale del karate in Calabria, perché saranno loro il karate del domani. I giovani hanno avuto la fortuna di apprendere il karate tradizionale della FIKTA attraverso gli stage tenuti nella nostra Regione da Sensei Shirai e dai Maestri Perlati e Campari. Ai giovani pertanto spetta il compito di continuare la divulgazione di quanto questi Maestri ci hanno trasmesso e insegnato con tanta dedizione qui.
Quali atleti nello specifico si sono distinti nelle più recenti competizioni nazionali? Vuole citarne qualcuno in particolare?
Nel kata il primo che ha brillato a livello nazionale è stato Giuseppe Varcasia, attualmente trasferito a Milano. Insieme a quest’ultimo vorrei citare anche Michele Agrelli, Alessio Passarelli, Francesco Stabile, Kevin Ruscelli, Albino Petracca e Fedele Cetraro.
Quali sono i mezzi necessari per fare in modo che i giovani agonisti della Calabria continuino sulla strada del karate tradizionale, nonostante i tanti sacrifici sia fisici sia economici?
La Federazione dovrebbe dare ai giovani la possibilità di partecipare a più competizioni Nazionali, trovando il modo di ridurre il costo economico. Per esempio, organizzando più attività nel Centro Sud Italia, come il Campionato Centro Sud.
Quando ha conosciuto per la prima volta il Maestro Shirai e il Maestro Kase?
Ho avuto il piacere e l’onore di conoscere entrambi allo stage nazionale di Lucca nel 1989.
Vi è un aneddoto nel suo percorso di karateka che ha il piacere di raccontare e condividere con i nostri lettori?
Grazie al karate ho avuto la fortuna di incontrare un amico, un fratello, un saggio, un trainer, un “vortice di energia” che mi ha portato con sé a tutte le manifestazioni organizzate dalla nostra Federazione in varie parti d’Italia, dal 1995 fino al novembre 2014: questa persona si chiamava Claudio Rende. Purtroppo, a seguito di un incidente aereo, dopo una lunga agonia, ha lasciato questo mondo il 1° gennaio 2015.
Vi è una persona, in particolare, di cui avrebbe piacere parlare e che vorrebbe ricordare in questa intervista?
Mia moglie Marisa. Ogni volta che parto per partecipare a gare e frequentare stage lontano dalla Calabria, è lei che si accolla tutte le responsabilità della famiglia. A mia moglie quindi va tutta la mia gratitudine per avermi dato la possibilità di seguire sempre la mia passione.
A mia moglie va tutta la mia gratitudine per avermi dato la possibilità di seguire sempre la mia passione.
Che cosa si aspetta soprattutto per il futuro del karate?
Che il karate sia insegnato nelle scuole.
Desidera esprimere un sincero ringraziamento o condividere un suo libero pensiero con i nostri lettori?
Non ho un argomento preciso di cui parlare, ma vorrei esprimere tutta la mia gratitudine per tutti i maestri e gli amici che hanno arricchito la mia vita durante il mio percorso sportivo e professionale in tanti anni. Inoltre, vorrei dare il benvenuto alle nuove promesse del karate che, con tanto impegno, stanno dedicando le loro forze e il loro tempo a questo magnifica disciplina.