Pregi e difetti del Kumite Shiai della FIKTA secondo il Segretario generale della Federazione M° Giuseppe Perlati.
(In KarateDo n.11 lug-ago-set 2008)
Il kumite, o combattimento, nelle arti marziali ha 2 aspetti fondamentali:
- il combattimento reale, contro uno o più avversari, anche armati
- il combattimento jiyu kumite, praticato nei dojo per addestrarsi al “combattimento reale”.
Occorre fare molta attenzione nella pratica del kumite, perché è molto facile che diventi una schermaglia con tecniche più o meno efficaci, magari anche spettacolari.
Il combattimento in gara, kumite shiai, prevede l’incontro tra due atleti, con un regolamento codificato, soprattutto per tutelare l’incolumità dei contendenti e per uniformare i parametri di giudizio.
Mentre nel jiyu kumite tutte le tecniche del karate possono essere utilizzate e può essere allenato con più avversari o con avversari armati, il kumite shiai prevede, come suddetto, un numero di tecniche limitato e solamente un avversario.
Premesso ciò, è evidente che solamente il “combattimento reale” può dare una risposta certa sulla preparazione e sull’efficacia studiata col jiyu kumite nel dojo.
Pertanto sono impossibili, inutili e infantili, i paragoni tra gli stili o le altre arti marziali, poiché la verifica può essere fatta solamente in caso di necessità reale: mi auguro che ciò non avvenga mai trattandosi di un evento molto pericoloso, che può mettere in gioco anche la vita propria o di altri!
Forme fondamentali che vengono allenate prima di giungere al jiyu kumite nella nostra scuola, con varianti e livelli diversi relativi alla preparazione del praticante, sono:
- kihon gohon kumite,
- kihon ippon kumite,
- jiyu ippon kumite.
Lo stesso jiyu kumite prevede numerose forme di allenamento che dipendono dal livello del praticante e del maestro; anche l’enbu, che viene praticato nella FIKTA, è una forma di jiyu kumite.
Il kumite shiai può essere regolamentato mantenendolo vicino ai principi dell’arte marziale oppure molto lontano da quest’ultima. Il kumite shiai dell’ITKF e della FIKTA cerca di mantenersi il più possibile vicino ai canoni dell’arte marziale.
Occorre fare molta attenzione nella pratica del kumite, perché è molto facile che diventi una schermaglia con tecniche più o meno efficaci, magari anche spettacolari, ma che nulla hanno a che fare con il karate.
Il kumite del karate tradizionale è basato sui principi di sen e sul kime: solamente questo modo di fare kumite si può chiamare karate. Perciò, è molto importante che i giovani partecipino alle gare di kumite della FIKTA, perché attraverso questo percepiscano meglio il concetto della tecnica definitiva, dell’unica possibilità e dell’autocontrollo.
Sono impossibili, inutili e infantili, i paragoni tra gli stili o le altre arti marziali.
Il “difetto” del nostro kumite shiai consiste nel fatto che è impossibile creare una situazione reale durante una gara. Sicuramente, praticando costantemente kihon, kata e kumite, nelle loro varie forme, potenziando sempre di più il proprio fisico, migliorando l’atteggiamento mentale, allenandosi al makiwara e al sacco, le tecniche diventeranno sempre più efficaci.
Continuando a praticare il kumite shiai si verificherà il proprio livello e, per colmare le lacune riscontrate, occorrerà ripercorrere la strada: kihon, kata, kumite… e così via, per sempre!