Perché un atleta sviene? Vediamo insieme sintomi, precauzioni e primo soccorso.
(In KarateDo n. 7 lug-ago-set 2007)
Di Andrea Morrone
Dopo la prima parte, proseguiamo il tema riguardante i problemi cardiovascolari.
Oggi vorrei iniziare parlando della perdita di conoscenza durante l’attività sportiva, cioè di quella situazione che dal punto di vista medico si definisce sincope (transitoria perdita di conoscenza associata a perdita del tono posturale), ma che comunemente viene chiamata svenimento.
Si definisce sincope, ma comunemente viene chiamata svenimento.
Perché si sviene?
Esistono diverse cause che possono portare alla sincope, ma il momento finale, quello che determina la perdita dello stato di coscienza e la perdita del tono muscolare, con caduta a terra dell’individuo, è determinato da una riduzione improvvisa del flusso sanguigno a livello cerebrale o per abbassamento della pressione arteriosa o per rallentamento, sino al temporaneo arresto, dell’attività cardiaca.
Nella maggior parte dei casi coesistono ambedue i momenti:
- la pressione arteriosa precipita e la frequenza cardiaca si abbassa improvvisamente o addirittura l’attività di pompa del cuore cessa per alcuni istanti;
- sono sufficienti 5-6 secondi di assenza di attività cardiaca per determinare la perdita di conoscenza.
Non spaventatevi, esistono diverse forme di sincopi, alcune assolutamente benigne, senza pericolo immediato o futuro per la propria salute, e altre maligne, per fortuna più rare, che sono espressione di una sottostante patologia del cuore.
Qui prenderemo in esame le più comuni forme di sincope benigna, quelle che potremmo definire un banale svenimento.
- Un atleta disidratato, in presenza di temperatura ambientale elevata, causa di vasodilatazione, potrà andare incontro a un calo significativo della pressione arteriosa, soprattutto al termine di un esercizio molto impegnativo.
Fermo in piedi inizierà ad accusare malessere generale, senso di stordimento con vuoto mentale, pallore, sudorazione, a volte senso di nausea con fastidio allo stomaco e, se non assume subito la posizione distesa, potrà perdere conoscenza e cadere a terra.
La ripresa dello stato di coscienza è rapida una volta a terra, meglio se con le gambe sollevate per favorire il ritorno del sangue venoso dagli arti inferiori al cuore.
L’atleta dovrà rimanere disteso sino a totale scomparsa dei disturbi, passare successivamente alla posizione seduta, iniziare a bere quantità di acqua piccole e ripetute, per poi potersi alzare e riprendere gradualmente l’attività fisica.
La stessa situazione si può verificare in caso di “partenze a freddo”: l’atleta arriva in ritardo, inizia l’allenamento senza riscaldamento, magari con un kata impegnativo, magari non avendo bevuto da alcune ore ed inizia a star male, se non si sdraia per terra può svenire.
Cosa fare in questi casi per prevenire la sincope?
– idratarsi prima di iniziare l’allenamento o la gara (l’acqua va benissimo), perché quando arriva lo stimolo della sete si è già in stato di disidratazione;
– effettuare sempre il riscaldamento o partire gradualmente se non c’è tempo di effettuarlo;
– al termine di un esercizio prolungato e impegnativo mai fermarsi immobili in piedi, ma defatigare, camminando o allungandosi a terra. - Una sincope benigna può anche essere scatenata da una forte emozione (come ad esempio vedere del sangue o provare uno spavento improvviso). La perdita di conoscenza è sempre preceduta dai sintomi sopra descritti (pallore, senso di nausea e/o vuoto allo stomaco, testa vuota, sudorazione fredda) e può essere evitata se, al manifestarsi dei primi disturbi, ci si mette distesi sul posto, senza cercare di allontanarsi continuando a stare in piedi.
La pressione arteriosa infatti sta crollando e il cuore sta rallentando, se si sviene ci si può anche fare male, ad esempio sbattendo la testa per terra o su una sporgenza. - Anche un colpo involontariamente portato a segno, ad esempio un pugno al plesso solare, può scatenare una forte stimolazione nervosa, causa di improvviso calo della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca: l’atleta andrà subito disteso per terra, con le gambe sollevate, e sollecitato a respirare profondamente.
Esistono diverse forme di sincopi, alcune assolutamente benigne, senza pericolo immediato o futuro per la propria salute.
L’atleta dopo una sincope come quelle qui descritte deve effettuare accertamenti medici?
In genere la risposta è no se è al primo episodio, ma se si dovesse ripetere è bene parlarne con il proprio medico che potrà prescrivere gli opportuni accertamenti.